Il nome di Maria festeggiato a Lodrone
di Gianpaolo Capelli

Domenica importante a Lodrone nella piccola chiesetta della Madonna dell'Aiuto, che si trova dopo Ponte Caffaro entrando in Trentino sulla sinistra davanti al Bar Bice


La parrocchiale di Lodrone invece si trova entrando nel paese è dedicata all'Annunciazione, ne sono sagrestani i ministri di Dio i coniugi Zanetti Fulvio e la moglie Anna.
Gli abitanti della grossa e popolosa frazione di Storo si sentono molto legati a questo piccolo santuario dove è venerato il quadro della Madonna dell'Aiuto.

La chiesetta, recentemente restaurata
è un vero gioiello per il fedele che entrando a pregare la beata Vergine l' intimità ecclesiale della piccola chiesetta. aiuta al concentramento e alla preghiera.
Alle 10 di questa domenica 12 settembre, don Andrea Fava che guida l'Unità pastorale che porta lo stesso nome del santuario, ha celebrato la messa solenne.

Servizio d'ordine preciso
da parte del sagrestano e custode della chiesa, succeduto alla nonna Anna Maria Grassi, Daniele Armani.
I numerosi fedeli sono stati disposti secondo i distanziamenti imposti dalla pandemia.
Numerose anche le persone presenti all'esterno, dove il capogruppo degli alpini Marino Giacometti, con il collega alpino Angelo, facevano in modo che le persone fossero disposte nella maniera più soddisfacente possibile.

Il coro a voci miste di Darzo e Lodrone, diretto dal maestro Camillo Berardi, ha introdotto l'inizio della messa, con il canto di una Salve Regina splendida, che come ha sottolineato don Andrea è stato il saluto a Maria per disporre i fedeli al migliore ascolto della cerimonia che stava iniziando.
La messa si è conclusa con la recita corale della “orazione” dedicata alla Vergine.

Ecco qualche cenno storico della chiesetta.
Gli altari laterali barocchi di fattura dei Boscaì di Levrange, fanno risalire la chiesa alla metà del XVII secolo.
Nel 1866 è stata sacrilegamente tagliata e rubata la parte centrale della tela, raffigurante la Madonna dell'Aiuto.
Essa venne rinvenuta in Valvestino, recuperata e quindi restaurata.

L'altare maggiore è recente e dietro, sulla parete, è posto il quadro della Venerata Madonna dell'Aiuto.
Per avere notizie più dettagliate è a disposizione un libricino edito dal compianto parroco don Cristoforo Bonomini. Basta rivolgersi alla Signora Carli Rodolfa del Bar Bice.
Un vivo ringraziamento va anche a lei, sempre pronta a dare notizie sulla chiesetta.
L'apertura e la chiusura del santuario avviene da parte sua.

Il video allegato illustra fotograficamente l'interno della chiesa.


Interessante quanto ha scritto recentemente lo storico professor Gianni Poletti di Storo sul quotidiano L'Adige nel suo articolo ”Devoti alle Madonne di settembre”, in Val del Chiese.
I suoi cenni storici riguardano la chiesa Madonna dell'Aiuto e la fiera di Ponte Caffaro, che una volta si teneva in concomitanza con la festa del Nome di Maria di Lodrone.

“Nella prima metà di settembre si celebrano in Valle del Chiese alcune feste della Madonna che presentano ad un tempo aspetti di antica religiosità popolare e di irriverenza.
Nella seconda domenica del mese si festeggia a Lodrone la festa della Madonna dell'Aiuto e, quattro passi più sotto, appena oltre il confine tra Trentino e Lombardia, le vie di Ponte Caffaro sono intasate dalle bancarelle.
Le bancarelle sono di una fiera che la gente chiama volgarmente “Madòna de palpacui”(Madòna del palpacull).

La Vergine Maria è venerata nella chiesetta dell'Aiuto, eretta con struttura barocca alla fine del seicento, probabilmente sul luogo di un antico capitello fatto costruire dal conte Ludovico, combattente a Lepanto (1571).
Posta nei pressi del confine, costituiva per le comunità della valle un'invocazione contro i pericoli dei contagi che potevano provenire dal passaggio di truppe e mercanti.

Nel 1928 il Vescovo di Trento la annoverò tra i santuari mariani della diocesi.
La festa, detta anticamente “Madòna da Lodrù”, si celebrò per molto tempo la prima domenica dopo l'8 settembre, giorno della Natività di Maria, con notevole concorso di popolo dai paesi dei dintorni, e ad essa venne presto a collegarsi un chiassoso mercato nel vicino paese lombardo.

Nel !930 fu spostata al 12 settembre (Nome di Maria) proprio per separala dal mercato.
Viene da pensare che l'appellativo “Madòna dei palacui” sia derivato dalla ressa della fiera, ma non è così.
Tra l'edificio sacro e le bancarelle ci furono per molti anni le guardie di confine italiane e austriache, perchè dal 1859 al 1915 la linea del Caffaro fu confine di stato.

Quelle austriache avevano sede sulla riva sinistra del fiume Caffaro, nel palazzo dei Lodron e nell'edificio di fronte, che durante la Grande Guerra fu trasformato in ospedale militare italiano (lo ricorda ancora la sbiadita croce rossa dipinta sulla parete nord che guarda verso i forti di Lardaro).
Si racconta che i controlli doganali austriaci erano molto più severi di quelli italiani.
Le donne della valle che si recavano a Lodrone a pregare approfittavano per fare una capatina al mercato, oltre il fiume, in Italia, dove trovavano stoffa buona e a buon prezzo.

Per sfuggire alla gabella del dazio austriaco, nascondevano la stoffa acquistata sotto le lunghe e ampie gonne, come fosse una fasciatura del bacino.
Per un po’ la faccenda andò liscia, ma accortisi dell'inganno i gabellieri cominciarono a palpeggiare le donne per accertarsi che le obesità fossero naturali.
Di qui l'intitolazione dissacrante della fiera e della festa religiosa”


Andando con i ricordi della fiera ai tempi della mia gioventù
rivedo quella fila interminabile di bancarelle che arrivavano fin da “Rochì” alla trattoria al Bivio, dove inizia la salita per San Giacomo.
Risento ancora le urla della bancarella del torrone “Maria vot el turù”...Maria vuoi il torrone.
Un pienone tale che le macchine posteggiate arrivavano fino al ponte dei tedeschi verso Baitoni.

Ora le cose sono cambiate, la fiera è stata spostata fuori dalla nazionale con l'aumento del traffico era impossibile circolare.
Le tante bancarelle di allora che avevano di tutto e di ottima qualità, dove gli uomini comperavano gli attrezzi per il lavoro e le donne quanto accorreva per la casa, sono state sostituite dal mercato cinese.

Il prossimo impegno per don Andrea Fava, dopo la celebrazione delle feste della “Madona de Setember” di Bondone, quella attuale della Madonna dell'Aiuto, è per domenica prossima a Darzo dove si celebra la Madonna Addolorata.

Forza don, le giornate sono ancora belle, ti avanza ancora un po’ di tempo per fare qualche giro in bicicletta.
 
Gianpaolo Capelli

.in foto: La Madonna dell'Aiuto; don Andrea Fava; Fulvio e Anna; Daniele Armani.





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