Femminicidio: e Giusi non c'è più
di val.

Paolo Vecchia, marito quasi ex e assassino, è arrivato ad Agnosine con l’intenzione di ucciderla



L’ha aspettata per le scale, sapeva che sarebbe andata al lavoro. L’ha affrontata con un coltello serramanico ed un pugnale, almeno dieci fendenti, molti dei quali mortali, dicono gli inquirenti.

L’ha ritrovata uno dei vicini che stava recandosi a prendere un nipote a casa della figlia: rantolava chiedendo aiuto. Ogni tentativo di rianimazione è risultato vano.

E’ morta così Giuseppina Di Luca, Giusi per tutti coloro che la conoscevano e le volevano bene.
Come se avesse "finito un lavoro" Paolo Vecchia si è costituito, mentre ancora la stavano soccorrendo.

La tragedia si è abbattuta come una scure sull’intera vallata.

Ad Agnosine dove da un mese Giusi Di Luca aveva trovato rifugio da una situazione coniugale divenuta per lei insopportabile.

A Sabbio Chiese dove col marito che l’ha uccisa aveva fatto il nido e dove ha tirato su Tania e Sara, le loro due figlie.

A Bione dove abitava da piccina e dove è cresciuta insieme alle sue cinque sorelle, in una casa della contrada Santellina.

Una rete parentale ed amicale, quella di Giusi, che affonda le radici a Morano Calabro da dove i Di Luca sono partiti più di cinquant’anni fa, forse sessanta, certo prima che lei nascesse.
Relazioni coltivate sempre con serietà, in modo gentile ed affabile.
Ovunque Giusi ce la descrivono così: una brava e bella persona.

Sapevano che stava passando un momento difficile, che da un mese aveva deciso di terminare una relazione che la faceva soffrire. Sapevano di quel marito Paolo Vecchia, che da tempo non la trattava più come meritava, con continue discussioni e urla, sembra anche qualche alzata di mano, forse dopo qualche bicchierino di troppo.

Sapevano che lui non si rassegnava di averla persa, che diceva in giro «gliela farò pagare».
Tragedia annunciata quindi? Difficile dirlo. Forse.

«Non mi risulta che ci siano state denunce, non in modo formale almeno» ci ha detto Onorio Luscia, sindaco a Sabbio Chiese, prima di riunirsi in giunta dove avrebbe proposto di accompagnare i funerali con una giornata di lutto cittadino.
Il sindaco ha poi aggiunto: «Si vocifera di forti dissapori, né vigili né servizi sociali erano però stati interpellati».

A Sabbio Chiese, prima di trasferirsi con la figlia più giovane nell’appartamentino di Agnosine, Giusi frequentava spesso la chiesa, l’oratorio e l’associazione Amici di Santa Giovanna Antida, che nel centro valsabbino sostiene l’azione delle suore dell’omonima congregazione.

Lui, Paolo Vecchia, l’omicida,
lo descrivono come una persona un po’ chiusa, ma gran lavoratore, alla Ferriera Valsabbia, ma anche quando si occupava del fienile che possiede a Pavone di Sabbio Chiese, a monte della tangenziale, dove si occupava anche di alcuni animali da fattoria.
Ci dicono che gli amici sapevano di come si fosse intestardito su quella relazione e che provavano a stargli vicino, perché tenesse lontani i pensieri che lo facevano ammutolire e andare in depressione. Col senno di poi...

«Bisogna però fare qualche cosa, non se ne può più di queste morti assurde – ci ha detto il sindaco di Agnosine, Giorgio Bontempi, fra i primi ad accorrere sul posto dove si è consumato l’omicidio -. A breve Giuseppina Di Luca sarebbe diventata una nostra concittadina, siamo tutti sconvolti».

Ieri mattina non si dava pace il suo datore di lavoro, Mauro Cominotti
: «L’ho assunta su segnalazione di uno zio quando aveva quattordici anni e si è sempre dimostrata una collaboratrice attenta e scrupolosa. Perché non mi ha detto che aveva problemi di questo tipo, forse avrei potuto aiutarla».

Invece Giusi non c’è più.

,in foto: il momento dei soccorsi; il garage piantonato; la vittima; l'omicida.

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