Sei milioni di investimenti
Radiatori per 92 milioni, marginalità in calo, una sola possibile via d’uscita: l’innovazione. È quanto sta facendo la Ips delle famiglie Pasotti negli stabilimenti di Sabbio Chiese e Prevalle.

Innovare nei settori maturi come i radiatori è più difficile che innovare nei settori avanzati come l’elettronica, poichè l’innovazione incrementale dei primi è, paradossalmente, più ardua della innovazione radicale dei secondi. Per il semplice fatto che i prodotti maturi, appunto perchè tali, sono pressochè alla fine del loro percorso di perfettibilità tecnologica, mentre quelli avanzati sono all’inizio (per capirci, è più «facile» per Steve Jobs sviluppare l’i-phone che per un imprenditore bresciano inventare un nuovo tipo di radiatore pressofuso).
Eppure l’Ips delle famiglie Pasotti ci riesce, nonostante il calo delle vendite (da 95,6 milioni del 2006 a 92,1 milioni del 2007) e del risultato di esercizio, passato da un utile netto di 178mila euro del 2006 a una perdita di 296mila euro del 2007 dopo aver spesato ammortamenti per 2,4 milioni (2,9 milioni nel 2006, 3,2 milioni nel 2005) e sostenuto oneri finanziari netti per 1,1 milioni a fronte degli 850mila euro del 2006.
MATURI MA AGGRESSIVI. Una cosa devono evitare i comparti maturi: farsi relegare in una strategia difensiva. La Ips ha optato per una strategia offensiva: investimenti. Non solo per la tipologia produttiva (un terzo del fatturato proviene dai radiatori pressofusi in alluminio, che hanno sofferto di più nel 2006, due terzi dalla componentistica per l’industria); non solo per il fatto che metà produzione è destinata all’export ma pure per la delocalizzazione. Il gruppo opera infatti con due stabilimenti produttivi nel Bresciano, a Prevale e Sabbio Chiese, e una controllata estera a Bratislava, Industrie Pasotti Slovakia. Gli investimenti 2007 sono ammontati a 6 milioni di euro, coperti in parte col ricorso al leasing e in parte maggiore con autofinanziamento, mentre i 7 progetti di ricerca avviati nell’esercizio in vari tipi di radiatori hanno richiesto 1,2 milioni di euro.
STRUTTURA E CONGIUNTURA. La prima intesa come solidità patrimoniale (9,8 milioni di patrimonio netto, compresi 600mila euro di versamenti dei soci tra 2007 e 2008, a fronte di 18,7 milioni di immobilizzi tecnici netti, vale a dire un indice primario di struttura negativo), la seconda come liquidità reddituale. Il cash flow (ammortamenti meno perdita più canoni di leasing, ossia la ricchezza reale prodotta nell’esercizio) scende da 4,8 milioni a 3,3 milioni di euro.
L’ebit (il risultato operativo della gestione caratteristica ossia la differenza tra valore e costi della produzione) scende da 2,5 milioni a 1,6 milioni di euro, con una flessione del 26%. Il costo del personale (427 dipendenti) aumenta del 3%, passando dai 17,9 milioni del 2006 ai 18,4 milioni del 2007. Aumenta il costo della gestione finanziaria con 1,2 milioni di oneri netti rispetto a 850mila del 2006, a fronte di un debito bancario di 28,2 milioni rispetto ai 18,2 milioni del 2006 (liquidità «pura» sui conti correnti di 839mila euro). Aumenta il magazzino, che passa da 11,7 a 17,7 milioni di euro, in particolare i prodotti finiti che salgono da 4,4 a 9,8 milioni di euro.
LE PREVISIONI. Mercato in affanno, sia interno che internazionale, soprattutto nei radiatori, meno nella componentistica industriale. Nei primi mesi del 2008 il Gruppo ha avviato azioni legali, sia in proprio che nell’ambito dell’Airal (l’associazione di categoria) per la tutela del marchio contro la concorrenza impropria della Cina (amianto nei radiatori) e per contraffazione del marchio (Procura di Milano indaga). Budget 2008? Realismo, più che cauto ottimismo, suggerito dal fatto che la domanda internazionale è in frenata. Ips punta sulla tecnologia di processo e innovazione incrementale. Il Cda è formato da Armando Pasotti (presidente), Alberto, Giacomo Vittorio e Daniela Pasotti, Riccardo Rizzola.
Alessandro Cheula dal Giornale di Brescia
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