Come muore un fiume
di John Comini

Oggi avrei voluto raccontare cose belle, ma sono tristissimo per il nostro Chiese. In pochi giorni è stato cancellato il serio e continuo lavoro della politica e delle associazioni. Tutto mi sarei aspettato, ma non così. Non così!


Tra poco tempo a scuola racconteranno ai bambini la storia del fiume Chiese. Si narrerà che le acque erano chiare, che sopra ci volavano gli aironi, che le rive erano verdeggianti. Si narrerà che le donne ci lavavano i panni, che tanti pescavano. Che quando veniva chiuso il Naviglio per essere pulito, si andava alla ricerca delle bòse musignűne.

Si racconterà che i ragazzi facevano gare di tuffi, tra grida e risate. Che alpini e volontari pulivano il fiume dai rifiuti gettati dalle persone maleducate (quelle ci sono sempre). Che c’erano paesaggi splendidi, vecchie case che si affacciavano sul fiume e vi si specchiavano, e splendidi ponti per unire le persone! Che per secoli si sono sfruttate le sue acque per ricavarne forza motrice, dal mulino ai magli fino alle centrali idroelettriche.

E adesso, per risolvere i gravi problemi del lago (che ha già visto sparire pesci come cavedani e tinche, che ha visto per anni colate di cemento e la distruzione di habitat naturali) il Chiese dovrà sopportare la scelta del depuratore.  E adesso, povero Chiese? Parafrasando ‘Il vecchio e il bambino’ di Guccini:

“E il vecchio diceva, guardando lontano:
‘Immagina le acque del Chiese che amo,
immagina i pesci e immagina i fiori
e pensa alle voci e pensa ai colori…
E sulle rive del fiume che va verso il mare,
crescevano gli alberi, potevi pescare,
cadeva la pioggia, segnavano i soli
il ritmo dell’uomo e delle stagioni’
Il bimbo ristette, lo sguardo era triste,
e gli occhi guardavano cose mai viste
e poi disse al vecchio con voce sognante:
‘Mi piaccion le fiabe, raccontane altre!’”

Solo un miracolo può cambiare la situazione. Io per questo prego e pregherò ogni giorno. Chissà. Magari qualcuno cambierà idea. Che ne so? Il ministro per la Transizione Ecologica. O magari il Presidente del Consiglio dei ministri Draghi: fra tutti i suoi impegni potrà trovare un’oretta per sentire la versione dei fatti in modo oggettivo? O il mitico Presidente Mattarella, che sarà stanco ma un’occhiata alla faccenda potrebbe darla. Coraggio, Presidente! Papa Francesco non ha bisogno di essere interpellato, lui da sempre è d’accordo per la salvaguardia dell’ambiente. E chiamatemi pure illuso!

Don Milani scrisse: “Il problema degli altri è eguale al mio. Uscirne tutti insieme è la politica. Uscirne da soli è avarizia.” Sentivo molti dire:  tanto hanno già deciso tutto, tanto era già tutto previsto…forse avevano ragione, forse siamo stati degli illusi. Ma non ringrazierò mai abbastanza politici, sindaci e amministratori che si sono battuti nelle sedi istituzionali. Le associazioni per l’ambiente, le mamma del Chiese e le persone che hanno partecipato nelle varie manifestazioni, hanno raccolto firme, hanno cantato…

Le belle persone che han corso o camminato per valorizzare il nostro patrimonio naturale. Quelli che sui gazebi esponevano i manifesti “No depuratore” e quelli che in un modo o nell’altro, nella propria famiglia, al bar o per strada, si sono impegnati per una soluzione democratica…e per la salvezza del fiume!

Perché il fiume è storia, vita, sviluppo, economia, ricordi. Perché il fiume siamo noi. Grazie a tutti, avete dato una grande lezione di educazione e di civiltà! E sono certo che continuerete a credere in ciò che avete fatto, che state facendo e che farete.

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo

maestro John

Sabato scorso ho assistito ad una magnifica serata al Teatro Salone, “Sguardi sul fiume: cortometraggi sul fiume Chiese” condotta dal bravo Mirko Savi. Abbiamo visto “Chés La partita del fiume Chiese” di Arianna Favalli (qui sotto riprodotto da YouTube) e “Al passo del Chiese” di Carlo Neviani.

Nelle foto (le prime 3 del caro Cesare Goffi):
1) Gara di pesca al ponte di ferro 1982 (foto
2) Gara di pesca al ponte di Quanello 1968 (idem)
3) Tuffi nel canale del Lanificio
4) Lavandaie in via Tebaldina (sullo sfondo la cascata dell’Isolo)




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