Gli «anime»
di Anna Maggi

Da Dragon Ball a Naruto, da Sailor Moon a Lady Oscar; andiamo alla scoperta dei celebri cartoni animati giapponesi: gli anime!


Ricordate quando, da piccoli, tornavamo a casa per l’ora della merenda, accendevamo la TV e guardavamo appassionatamente qualche avventura animata?
Sicuramente quasi tutti abbiamo assistito ad alcuni combattimenti di Goku, tifato per Holly e Benji o per Mila e Shiro durante le loro partite (interminabili) o sognato di diventare delle spie segrete come le tre sorelle protagoniste di Occhi di Gatto… il tutto condito da un buon spuntino e dalla non voglia di staccarsi dal televisore per dedicarsi ai compiti.

Quelli che ho appena citato sono tutti cartoni animati tipici degli anni ’70 e ‘80 di origine giapponese, il cui vero nome è anime.
Qui sorge spontanea una domanda: perché si chiamano così?

Il termine anime deriva dall'abbreviazione di animēshon
, traslitterazione giapponese della parola inglese animation, letteralmente “animazione”: di origine piuttosto antica, questi cartoni sono famosi in tutto il mondo ancora oggi e unici nel loro genere.

Il processo di produzione di un anime, ora come in passato, è preceduto da una fase di pianificazione, che può essere di due tipi: l'uno consiste nella scelta di un manga (fumetto tipico giapponese) o di un romanzo da cui trarre la sceneggiatura e comporta una serie di negoziazioni tra autori, editori e produttori; l'altro, invece, vede un soggetto originale concepito dal regista o da un altro autore.
Da qui si procede alla stesura della sceneggiatura e del design dei vari personaggi fino alla realizzazione dell’animazione, della sonorizzazione – in cui vengono inseriti effetti e colonne sonore e viene effettuato il doppiaggio dei personaggi – fino a giungere alla fase di distribuzione del prodotto finito.

Esattamente come per i libri o i film, questi cartoni animati possono essere di moltissimi generi e affrontare innumerevoli tematiche, le quali influenzano aspetti come il character design, le musiche, i colori da utilizzare e l’atmosfera generale da attribuire ai vari episodi; detto ciò, possiamo trovare anime fantasy dall’atmosfera magica e accogliente, anime fantascientifici, romantici oppure horror.

Oltre a questi, è necessario ricordare altri due generi nati proprio dalla mente dei giapponesi (e ai quali siamo molto affezionati), ovvero le storie di genere mecha, le quali narrano storie di fantascienza incentrate su robot solitamente pilotabili dagli umani (ricordiamo esempi celebri come UFO Robot Goldrake o Mazinga Z); e le storie spokon, quelle cioè incentrate su un particolare sport.

Gli anime, inoltre, prendono diversi nomi a seconda del pubblico di riferimento: viene definito Kodomo quando si rivolge a bambini fino ai dieci anni, Shojo e Shōnen quando è rivolto rispettivamente alle ragazzine e ai ragazzini e Seinen quando è rivolto ad un pubblico adulto.

Ma cosa caratterizza un anime e lo distingue da un qualsiasi altro cartone animato?
Molte persone, infatti, potrebbero ritenerli esattamente identici ai cartoni della Disney o ad altre serie americane, ma non è così.
La differenza sostanziale tra un normale cartone e un anime si trova soprattutto nei personaggi e nelle loro espressioni: le animazioni giapponesi, come già accennato, nascono spesso da disegni su carta, per cui comprendono tutta una serie di espedienti grafici tipici dei fumetti, spesso utilizzati in chiave comica, quali la goccia di sudore per significare imbarazzo o tensione, la bolla dal naso per indicare il sonno profondo, oppure l'improvvisa rappresentazione in stile deformato del personaggio.

Forse, però, il segno più caratteristico negli anime è dato dal modo di rappresentare gli occhi, spesso molto grandi o comunque preponderanti rispetto al resto del viso.

Un ultimo aspetto
necessario da ricordare è tutto ciò che scaturisce dagli anime.
Già, non si limitano soltanto a tanti episodi e capelli dai mille colori, molte volte costituiscono un vero e proprio fenomeno mondiale.

E qui torno a chiedervi: ricordate Lady Oscar, Holly e Benji e Goku?
Immagino che tutti abbiate risposto in modo affermativo, questo perché quegli anime, seppur un po’ datati, hanno costituito un enorme successo dando vita a personaggi memorabili e lo fanno ancora oggi.

Da un semplice cartone animato
possono nascere libri, adattamenti cinematografici (purtroppo non sempre all’altezza dell’opera originale), videogiochi e una serie di gadget strabilianti per chi è un vero fan.
E non sono da scordare le fiere in cosplay, dove ognuno si può travestire da un personaggio che ama e incontrare altre persone con cui scattare una foto ricordo e condividere la passione per gli anime!

Anna Maggi


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