Cresce la richiesta di lavoratori in somministrazione
di red.

A Brescia, nel primo trimestre del 2021, la variazione è tornata positiva dopo quasi tre anni. Zini: “Da parte delle imprese forte volontà di assumere”



Nel 1° trimestre 2021, la variazione della richiesta di lavoratori in somministrazione rispetto allo stesso periodo del 2020 (tendenziale) è stata pari al +7%: si tratta del primo intervallo positivo dal 2° trimestre 2018.

A evidenziarlo è il tradizionale Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il Lavoro, riferito al 1° trimestre 2020.

Si interrompe quindi la lunga serie di trimestri caratterizzati dal segno meno, prima imputabili all’entrata in vigore del “Decreto Dignità”, poi ascrivibili all’emergenza sanitaria e al significativo ridimensionamento dell’attività produttiva a seguito delle misure restrittive emanate a contenimento della pandemia.

La risalita della domanda nei primi tre mesi del 2021 confermerebbe i progressi già rilevati nell’ultimo trimestre 2020 (-4%) e sarebbe in primo luogo giustificata dalla forte ripresa dei livelli produttivi sperimentata nell’industria bresciana.

“La ripresa segnata dall’economia è senz’altro un segnale positivo, dopo le numerose difficoltà legate alla pandemia. In questo contesto, si inserisce il rialzo delle richieste di lavoratori in somministrazione, che testimonia una volta di più come, da parte delle imprese, ci sia una forte volontà di assumere – commenta Roberto Zini, Vice Presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare –. Gli investimenti effettuati nel sistema imprenditoriale sono stati importanti, e siamo sempre più consapevoli di come la crescita delle aziende stesse possa garantire un’occupazione stabile e di qualità.”

La variazione complessiva è la sintesi di andamenti particolarmente differenziati tra i singoli profili. Conduttori d’impianti (+46%), operai specializzati (+25%) e personale non qualificato (+18%) sono in forte crescita, sulla scia del recupero dell’attività nell’industria. Impiegati esecutivi (-16%), tecnici (-44%) e addetti al commercio (-59%), questi ultimi che scontano le chiusure delle attività al dettaglio e della ristorazione, si caratterizzano invece per dinamiche particolarmente negative.

Per quanto riguarda la composizione della domanda, si evidenzia la prevalenza di conduttori d’impianti (43,8%), seguiti dal personale non qualificato (26,1%), dagli operai specializzati (12,2%) e dagli impiegati esecutivi (6,8%). Più contenuta è la domanda di addetti al commercio (6,1%) e tecnici (5,0%).

Grazie all’elevato livello di dettaglio disponibile, l’Osservatorio offre una particolareggiata fotografia sull’evoluzione delle richieste di professionalità legate all’utilizzo delle nuove tecnologie, in una fase di evoluzione dell’industria manifatturiera caratterizzata dall’automazione e dalla digitalizzazione dei processi produttivi. I numeri al 1° trimestre 2021 confermano la grande vivacità che ruota intorno al 4.0, le cui figure hanno sperimentato una crescita delle richieste del 35% tendenziale (contro il +7% rilevato a livello complessivo): esse ormai pesano per il 30,1% sulla domanda totale, l’incidenza più elevata da quando è stata avviata la rilevazione.

Con riferimento alle difficoltà di reperimento dei lavoratori in somministrazione, non si segnalano tensioni particolari, a eccezione, in particolare, di alcuni profili appartenenti ai tecnici (tecnici in campo ingegneristico, tecnici informatici, tecnici della produzione), agli addetti al commercio (addetti assistenza pazienti) e agli operai specializzati (fonditori, saldatori, montatori, manutentori, fabbri).
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