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Sono ormai quasi del tutto dimenticate le molte leggende dal sapore misterioso che aleggiano sulla Valle Sabbia. Vallesabbianews vuol provare a riprenderne alcune, senza la pretesa di fare uno studio organico, solo di dare voce ai ricordi.

Sono ormai quasi del tutto dimenticate le molte leggende dal sapore misterioso che aleggiano sulla Valle Sabbia. Miti o “realtà parafrasate”, che prendono vita solo su vecchi libri impolverati o grazie alla voce di pochi cari “nonnetti” che le hanno sentite da bambini.

Questo il nostro scopo: renderle note anche a chi non ha la possibilità di conoscere fino in fondo la cultura valligiana.
Non si può scordare che tra le zone del bresciano la Valle Sabbia è senza dubbio uno dei territori più ricchi di leggende. Questo è probabilmente dovuto al particolare paesaggio che la caratterizza. Infatti, accanto alla serena e distensiva immagine di uno dei tanti laghetti montani, di un verde altipiano, o di dolci colline, si contrappone la ben più inquietante e misteriosa imponenza di alte vette, di luoghi isolati e di fitti e solitari boschi.

Nel corso dei secoli la Valle rimase a lungo al margine dell’attenzione per l’aridità del suolo, la sua popolazione isolata e la credenza che fosse popolata da briganti, fiere selvagge, streghe e folletti.
Si può quindi ritenere che un simile contesto abbia potuto favorire il sorgere di leggende, successivamente arricchite ed ampliate.

A proposito di “mostri”, un famoso esempio è quello che riguarda l’etimologia del nome “Idro” che sembrerebbe derivare da un’orrenda creatura abitante il lago in tempi lontani. Un mostro preistorico a quattro zampe, sette teste e una coda squamosa: Idra appunto. La mitica creatura venne poi sconfitta da Ercole che rese così sicure ed abitabili le zone rivierasche.

Se l'idea di raccontare e di raccogliere racconti piacerà ai lettori, che la potranno sostenere proponendo essi stessi dei racconti, vallesabbianews sarà ben felice di disporre un'apposita sezione.
C'è già il nome anzi: la chiameremo "Il ContaStorie".

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