Eccoci qua, un anno dopo
di Ilaria Limelli

Un anno fa stavamo vivendo il primo lockdown nazionale e iniziavamo a confrontarci con una pandemia che non è ancora passata e che condiziona in modo pesante la vita quotidiana di tutti noi



Il biennio 2020-2021 resterà impresso nelle nostre menti per sempre

Un anno fa non sapevamo a cosa stessimo andando incontro, avevamo l’illusione che si stesse trattando di un allarmismo smisurato, eravamo, e nel dirlo mi sento così stupida, felici all’idea di aver due settimane lontane dalla nostra frenetica quotidianità.
La prima zona rossa era vista come una pausa dal mondo, a detta nostra forse anche meritata, insomma, una sorta di vacanza.
Oggi, a distanza di un anno, rimpiangiamo quella tanto odiata normalità.

Pensate mai al fatto che per molti bambini la normalità sia questa?
Pensate mai che forse, anche noi, iniziamo a considerare questa situazione come la normalità? Quasi non ricordiamo più come vivevamo le nostre vite.
È aprile 2021 ma è come se fossimo ancora a marzo 2020.

Persone che per anni hanno tentato di allontanarsi dalla mediocrità del quotidiano si trovano oggi a rimpiangere, ad aver bisogno di quella noiosa normalità.
Perché in fondo, ammettiamolo, quella stessa, dannata quotidianità ci ha dimostrato di saper esser imprevedibile. Ci ha voluto dar prova di esser capace di sospendere la corsa a chi vive di più. Ci ha dimostrato che infondo, siamo solo degli invincibili illusi.

Quanto eravamo ingenui un anno fa, convinti che dopo due settimane sarebbe tornato tutto alla normalità, eppure, siamo ancora qua, costretti in casa: si inizia ad aver davvero paura del futuro e a sentirsi inutili dinnanzi a questo mostro non capace di provare compassione.

Non vedo l’ora che arrivi il momento in cui parleremo del Covid come di una sciagura del passato e sono consapevole del fatto che passeranno ancora mesi prima di lasciarcelo alle spalle perché, ammettiamolo, non siamo in guerra contro un solo mostro, bensì con due mostri invisibili: uno si chiama Covid, l’altro ignoranza.

Non è facile per nessuno
dover rinunciare ad anni della propria vita ma non lasciamo che questa situazione si prenda il meglio di noi.
Dopo questa pandemia riavremo la nostra libertà e dovremo dimostrare di essere degni testimoni di questo periodo storico facendoci portavoce del fatto che nulla è più scontato della vita.

Tante, troppe volte la vita ci passa accanto e noi non ce ne accorgiamo nemmeno.
La pandemia ha scartato il superfluo dalle nostre vite e ha conservato l’essenziale.
Quando ci riapproprieremo della nostra esistenza, la differenza la farà chi riuscirà a rendere le cose semplici, speciali.

Ilaria Limelli
5^A Liceo

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