Il santuario della Madonna del "Malgher" a Vallio Terme
di Alfredo Bonomi

Sulla conca di Vallio Terme è già stato scritto molto e con competenza...


... La storia delle sue borgate è stata ben indagata, così come le leggende tramandate di padre in figlio e gli aspetti del folklore e della vita quotidiana.

Ciò è avvenuto anche perché Vallio, per la sua posizione geografica, ha avuto una storia variegata e significativa. Zona di collegamento tra l’importante snodo di Gavardo nel Pedemonte, la bassa Valle Trompia e Brescia attraverso il Colle di Sant’Eusebio, ha pure avuto intensi scambi con Odolo e le altre borgate della media Valle Sabbia.

Specialmente a partire dal tardo medioevo, la comunità di Vallio si è trovata a doversi misurare con l’azione del monastero di San Pietro in monte Orsino in quel di Serle, con i “castellani” della Rocca di Bernacco ed anche a convivere con un altro castello più vicino al circuito delle frazioni.
Questioni di possedimenti, di amministrazioni di beni, di diritti feudali, di equilibri interni, hanno resa vivace e feconda la vita di questa comunità. Tutto ciò in epoca dove la visione del vivere quotidiano faceva essenzialmente riferimento alla dimensione religiosa della vita, in una fede collaudata.

Non potevano quindi mancare in questo mosaico denso di tessere significative la devozione alla Vergine, che ha avuto in generale nelle popolazioni bresciane una intensità particolare, specialmente a partire dalla prima metà del 1500, intensificandosi in maniera evidente di fronte alla minaccia di diffusione delle visioni religiose protestanti, ben lontane dalla devozione alla Madonna.
E’ in questo contesto che prende corpo l’idea di costruire un santuario alla Vergine.

Come ogni santuario ha una sua motivazione ben precisa che si muove tra la leggenda e la storia. Questo di Vallio è ubicato in una posizione assai felice, un po’ appartato, ma visibile quel che basta, in un “quadretto naturale” delizioso che richiama quel legame particolare e profondo che c’è tra Vallio e le sue acque zampillanti, leggere e ritenute curative.

Il santuario della “Madonna del Malgher” fa esplicito riferimento ad un vocabolo che richiama quello dialettale di “malghes”, vale a dire mandriano.
La dizione specifica un’ubicazione in una campagna strettamente legata all’allevamento del bestiame.
Una leggenda raccolta da Lino Monchieri racconta di una strana epidemia scoppiata in tempo imprecisato.

Nessuna cura dava rimedio e si pensava che la causa fossero gli effetti negativi di una magia. Un pastorello affranto da tanto disastro si rivolse a Maria, la quale fece sentire la sua voce da nubi diventate improvvisamente luminosissime.
La voce di Maria disse al pastorello che tale disastro era da imputare ad un castigo divino perché gli abitanti della conca erano insensibili ai bisogni del prossimo, più semplicemente oggi si direbbe che non praticavano la virtù della carità.
Indicò al pastorello un piccolo prato dominante la valle del Vrenda e gli suggerì di portarvi lì la sua mandria, dove avrebbe trovato erba fresca. Aggiunse anche che desiderava la costruzione di una chiesetta in quel luogo.

La voce corse e con essa la devozione
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In un primo tempo venne costruita una piccola cappella con l’effige della Madonna.
Ma la devozione crebbe molto e con essa anche le offerte e nel 1723 la vicinia del Comune di Vallio decise di intraprendere la costruzione del santuario. In specifico la comunità dichiarava il 23 dicembre dello stesso anno di voler «fabbricare et erigere ad honore e maggior veneratione della medesima un oratorio coll’altare a Pietra Sacrata ed ancora a ageto di celebrarvi il Santo Sacrifizio della Messa». Si passava così dal capitello campestre ad una vera chiesa.
Ottenuta il 12 agosto 1732 la licenza dalla Curia di Brescia, il santuario sorse in brevissimo tempo.

E’ una costruzione settecentesca ben proporzionata.
L’elemento che la rende elegante, seppur nelle dimensione limitata dell’edificio, è la scala d’accesso. E’ veramente scenografica ed è stata costruita nel 1813. I marmi per costruirla sono costati una cifra considerevole (ben 416 lire), ma è l’elemento architettonico che dà pregio al tutto ed il raccordo tra il santuario e la conca sottostante.

Gli abitanti di Vallio sono molto legati alla “loro” Madonna e lo dimostrano gli sforzi per rendere sempre più bella la chiesa nel 1942, nel 1965 e più recentemente, nonostante il grave furto del 1979 che ha privato il tempio di gran parte del suo patrimonio più prezioso.

Oggi la bella “Madonna con il Bambino”, incoronata nel 1998, accoglie coloro che vi giungono per fede, ma anche tutti quelli che vi sostano per far riposare lo spirito, vista la dolcezza del luogo e la presenza di una fonte d’acqua alla quale sono attribuite qualità terapeutiche.

Alfredo Bonomi

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