Ammalati... di tecnologia
di Arianna Mari

Sono mamma di tre ragazzi di cui due frequentanti la scuola secondaria di primo grado a Vobarno...


... Come migliaia di famiglie nel mondo siamo stremati dalla situazione impostaci dalla pandemia e non sopportiamo più di vedere i nostri figli, isolati dalla società dalla scuola e dai loro amici, spegnersi giorno dopo giorno.

Un anno di Didattica a Distanza non ha abbassato i contagi ma ha innalzato i livelli di disagio giovanile e i tentativi di suicidio tra gli adolescenti e, aimè, i preadolescenti.
La DAD può funzionare come strategia di emergenza, ma non può assolutamente protrarsi per mesi e anni, come ormai sta accadendo, per comodità della politica e di risparmio economico statale.

Per questo a pochi giorni dal parto del mio quarto figlio, mi sento chiamata a scendere in piazza per chiedere, all’unisono con migliaia di genitori sparsi in tutta Italia e capitanati da Priorità alla Scuola, che tutti gli studenti possano subito tornare in presenza, sopratutto quelli di seconda e terza media, che in modo ingiustificato sono discriminati ed esclusi dal rientro previsto per infanzia, elementari e prima media a partire dal 7 aprile pv.

Questi alunni frequentano gli stessi plessi di quelli di prima media dove è stato previsto da inizio anno il distanziamento richiesto dalla normativa vigente, indossano le mascherine, disinfettano frequentemente le mani e rispettano diligentemente le regole loro date.
È dimostrato, infatti, che il tasso di positività a scuola è inferiore all’1% , e tracciamenti e quarantene sono efficacemente rispettati.

Non esistono più scuse per impedire una degna istruzione al nostro futuro, ed un ritorno, seppur graduale, ad una vita sociale.

Pochi giorni fa mia figlia ha scritto su un cartello “ci avete detto che troppa tecnologia fa male ed ora ci obbligate ad una scuola virtuale”.

Non esistono più scuse per continuare a soffocare il loro grido dietro ad uno schermo.

Arianna Mari

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