La piccola basilica di Provaglio
di Alfredo Bonomi

E' il santuario della “Madonna delle Cornelle”: lo sguardo della Vergine su operose contrade


Il monte Colmo nel versante verso Vestone sembra volersi gettare sulla valle, tanto è ripido ed incombente. Sull’altro versante, verso la media valle e la Conca d’Oro, accanto ad alcune asprezze, mostra molte balze con pendenze non eccessive, pianori, e diventa un comodo ambiente geografico per ospitare i borghi.

E’ così, che partendo da Barghe e salendo sempre più in alto, si è sviluppata una costellazione di contrade che nei secoli passati hanno formato i due Comuni di Provaglio Sotto e Provaglio Sopra.
Tutte le contrade avevano il centro nell’antica Pieve di Santa Maria Assunta, a testimonianza di una dignità religiosa riconosciuta.

Abbondavano le chiese e parecchie erano santuari mariani, forse per sottolineare meglio la dedicazione della Pieve a Maria.
Quella di Provaglio è gente laboriosa, ma è molto legata alle proprie tradizioni. Il sole bacia da mattina a sera questi pendii noti specialmente nel passato per la produzione della frutta e per la presenza della vite, quasi un’oasi climatica in Val Sabbia.

Le contrade più basse (quelle di Provaglio Sotto) gravitavano più su Barghe e Sabbio; quelle più alte, attraverso un collegamento montano, avevano scambi economici ed umani con la zona di Vobarno, specialmente con Teglie.

E’ su questa “strada alta”, che ha visto per secoli viandanti per necessità economiche o per incontri umani, che è sorto un santuario dedicato alla Vergine, diventato luogo di fervida devozione per gli abitanti.
Ogni paese che si rispettasse aveva un santuario mariano; così è stato anche da queste parti e la devozione alla Madonna, radicata e solida, è stata di riferimento per le comunità di Livrio e di Arveaco.
Il tutto, come sempre, si basa su un misto tra leggenda e storia.

Il 25 gennaio di un anno imprecisato alcuni fanciulli che giocavano nel luogo delle “Cornelle” furono abbagliati da una gran luce che proveniva da un antico frassino. Si arrampicarono sulla pianta e trovarono la fonte di tale fenomeno: una tavola in stucco che riproduceva la Beata Vergine con il Bambin Gesù fra le braccia. Corsero in paese a riportare questo “miracoloso” evento.

I fedeli, constatata la veridicità di quanto riferito, portarono la tavola nella parrocchia di S. Michele, ma il giorno dopo si accorsero che era ritornata sul frassino. Così per parecchie altre volte. Allora compresero il messaggio e decisero di costruire un santuario sul luogo del ritrovamento.
La fede e l’operosità raggiunsero lo scopo.

Nella visita pastorale del vescovo Bollani del 30 ottobre 1566, il santuario è chiamato della “B.V. Maria de Cornilla”. Nel 1611 venne costruito il campanile. Ma è nel 1700, in seguito a fatti miracolosi per la comunità, come ricorda una scritta su un affresco nel pronao dell’attuale santuario, che riporta data del 1758, che si costruì la chiesa nelle elegantissime forme che vediamo oggi.

A pianta ottagonale
, con una equilibrata cupola, sicuramente è dovuta all’ingegno di un architetto assai esperto perché ha le forme, seppur in dimensioni ridotte, di una basilica. Abbonda di affreschi settecenteschi su fatti e personaggi biblici e su santi.
Purtroppo la soasa, opera della bottega dei “Boscaì”, che sopra l’altare incorniciava la tavoletta miracolosa, è stata rubata nel 1974. Ha provveduto a scolpirne una nuova lo scultore Massimo Pasini, anche lui di Provaglio.

Altri furti hanno colpito il santuario ma, nonostante questi, mostra a chi transita o a chi sosta per meditare, ancora tutta la sua forma tardo barocca fatta di grazia e di movimento ben misurato.

Ogni 10 anni le frazioni di Livrio e di Arveaco (quelle che prima costituivano il Comune di Provaglio Sopra) onorano la “Vergine delle Cornelle” con solennissime feste. In quei giorni le contrade si trasformano in fantasmagoriche creazioni di carta colorata. E’ l’esplosione di una “creatività antica”, apparentemente semplice ma, a ben osservare, carica di una straordinaria inventiva.

Fiori, festoni, statue
, tutto viene compreso in un percorso, dove l’abilità delle mani impiegate per ore ed ore produce un “mondo di carta” più bello di quello reale, ben si coniuga con l’immedietà del sentire e la necessità di far uscire il meglio dall’anima.
Le decorazioni di Provaglio si distinguono da altre allestite in valle in occasioni simili perché hanno un tocco di spontaneità che vince sulle concezioni qualche volta troppo astratte.

E’ quello della festa della “Madonna delle Cornelle” un appuntamento da non perdere, perché dimostra la resistenza della spontaneità creativa di una società che viene e continuamente assaltata da proposte suggerite dalle esigenze dei consumi di massa.
E’ una tappa obbligatoria per conoscere meglio il folklore del territorio bresciano.

Alfredo Bonomi


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