Distress ed eustress
di Sabina Moro

Il termine "stress" è solitamente associato ad una definizione negativa. Tale termine, in realtà, corrisponde ad una risposta, adattiva e naturale dell’organismo, rivolta ad uno stimolo (definito "stressor") che fa pressione su di esso



Lo stress non è da considerarsi solo in maniera negativa. Per questo motivo è bene differenziare due tipi di stress:

- Eustress: stress positivo generato da stimoli che spronano l’organismo a mantenersi attivo, a raggiungere nuovi obiettivi e a mantenere alta la motivazione al successo;

- Distress: stress negativo generato da stimoli che richiedono all’organismo un’attivazione eccessiva e prolungata nel tempo.

Quest’ultimo può inoltre essere distinto in:
- Stress Acuto: di forte intensità ma di breve durata, come un lutto;
- Stress Cronico: di bassa intensità ma di lunga durata, come un rapporto di lavoro conflittuale.

La prima persona che parlò di stress fu, nel 1936, il medico austriaco Hans Seyle. Egli, dopo aver effettuato degli esperimenti con dei topi, arrivò a sostenere la presenza di una Sindrome Generale di Adattamento (SGA) caratterizzata da tre fasi:

1. Fase di Allarme, nella quale il soggetto, posto a contatto con lo stressor, sviluppa una forte attivazione caratterizzata da tensione, irrequietezza, tachicardia, maggiore concentrazione, sudorazione, ecc.;

2. Fase di Resistenza, nella quale il soggetto tenta automaticamente di adattarsi al cambiamento e cerca di sviluppare un nuovo equilibrio;

3. Fase di Esaurimento o recupero, nella quale il soggetto si “esaurisce”, dopo che le risorse necessarie a far fronte allo stressor sono terminate o, recupera le energie, dopo aver eliminato l’elemento stressante.

Tra i sintomi che accompagnano lo stress, troviamo:

- Sintomi fisici: mal di testa, dolore allo stomaco, tachicardia, sudorazione, ecc.
- Sintomi comportamentali: alimentazione compulsiva, assunzione di alcolici, ecc.
- Sintomi emozionali: rabbia, ansia, infelicità, senso di impotenza, ecc.
- Sintomi cognitivi: distraibilità, confusione, scarsa concentrazione, ecc.

Alcune tecniche e suggerimenti utili per la gestione dello stress possono essere:

- Rilassamento distensivo progressivo, favorisce lo sviluppo di consapevolezza, rispetto alla presenza di tensione muscolare in alcuni distretti corporei e il conseguente recupero di energia, fisica e mentale;

- Mindfullness, permette di arrivare all’accettazione incondizionata della propria esperienza di vita, caratterizzata da sensazioni fisiche, emozioni e pensieri propri, senza formulare giudizi positivi o negativi.

- Respirazione diaframmatica, porta a focalizzare l’attenzione sul movimento respiratorio diaframmatico attraverso l’utilizzo di respiri profondi, lenti e regolari che favoriscono un rilassamento del corpo, una riduzione della frequenza cardiaca e un abbassamento degli effetti nocivi del cortisolo, definito "ormone dello stress".

- Ristrutturazione cognitiva, permette di modificare le convinzioni disfunzionali, associate a emozioni negative, in convinzioni e schemi più obiettivi e realistici, associati ad emozioni funzionali;

- Regolazione del ritmo sonno-veglia, permette al nostro corpo il recupero delle energie necessarie che influiscono su aspetti quali l’irritabilità, l’attenzione, la concentrazione, la memoria ecc.;

- Attività fisica, stimola la produzione di endorfine, neurotrasmettitori con funziona analgesica e, favorisce uno stato di benessere e serenità grazie a una riossigenazione dell’organismo e a un miglioramento del sonno;

- Alimentazione, permette di contrastare lo stress se associata a cibi ricchi di vitamine del gruppo B, vitamine C, calcio e magnesio. Questi nutrienti hanno infatti la capacità di abbassare i livelli di cortisolo e alzare i livelli di serotonina, ormone del buonumore;

- Dedicare del tempo a se stessi, permette di allontanare l’attenzione dalle situazioni negative che generano stress e di focalizzarsi su di sé e su quello che piace fare, stimolando il buon umore, la motivazione e l’autostima.

Dott.ssa Moro Sabina
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