La speranza fatta pesce
di Giancarlo Marchesi

La mitica trota dell’Eridio, l’incontrastata regina della popolazione ittica del lago, è riapparsa dopo più di cinquant’anni di assenza. Recentemente è stata catturata da alcuni pescatori locali una trota simile a quella ritenuta ormai estinta.

La mitica trota dell’Eridio, l’incontrastata regina della popolazione ittica del lago, è riapparsa dopo più di cinquant’anni di assenza. Recentemente è stata catturata da alcuni pescatori locali una trota simile a quella ritenuta ormai estinta.

Per lunghi secoli la trota del lago d’Idro è stata il simbolo del lago stesso. Agli inizi del Seicento, il patrizio veneziano Giovanni Da Lezze nel suo «Catastico Bresciano» - l’accurata e completa ricostruzione della geografia economica del nostro territorio - segnalava e esaltava questa trota, che era fonte di ricchezza per la gente del lago.

Andrea Bonardi, che vive con la passione del lago nel sangue, racconta che per decine di pescatori, che ancora nella prima parte del Novecento vivevano esclusivamente del pescato, la trota autoctona arrivava da sola a coprire ben il 70% del loro reddito. I mercati ittici di Milano e Torino e i migliori alberghi della riviera ligure assorbivano quasi tutto il pescato. La trota dell’Eridio veniva regolarmente gustata dai palati aristocratici di Casa Savoia e finiva sulle mense della nobiltà bresciana.

Uno speciale canale di spedizione era in grado di grado farla giungere entro la mattinata del giorno successivo alla cattura. Le ultime trote – ricorda ancora Bonardi – pescate negli anni Cinquanta, prima della sparizione, erano pagate ai pescatori ben duemila lire al chilogrammo, una cifra importante per quei tempi. Era possibile spuntare un prezzo così rilevante, perché l’Eridio era l’unico lago dove era presente questo particolare tipo di trota.

In base ai riscontri compiuti proprio da Andrea Bonardi, emerge che la trota dell’Eridio è un ecotipo di trota mormorata, vale a dire di una sottospecie della trota europea, il cui habitat si estende da ovest a est negli affluenti a nord del Po.

I caratteri principali della mormorata sono: grossa taglia, testa allungata e un’inconfondibile livrea. Le differenze dell’ecotipo del lago d’Idro stanno nella livrea più argentea, la marmoratura meno marcata e a linee interrotte.

Romeo Seccamani, presidente della Pro Loco di Anfo, che si è sempre speso con energia per la difesa e la valorizzazione dell’Eridio, è raggiante e contiene a stento la gioia legata all’insperata ricomparsa della mormorata. «Sono convinto – dice Seccamani – che quanto si è verificato è strettamente legato al ritorno del regime pressoché naturale del lago, dopo più di settant’anni di uso sregolato».

«A conferma di ciò –aggiunge Seccamani – vi è il fatto che, grazie al riassetto biologico verificatosi in questi ultimi mesi, la mormorata è apparsa con addosso lo specifico corredo di zooplancton, il microrganismo che vive in simbiosi con essa, tipico della sua progenitrice».
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