Smart School, «piantare fragole» e «scavare pozzi»
di Cesare Fumana

Due metafore per le due strategie che si prefigge il progetto Smart School, per contrastare la povertà educativa nella fascia 11-17 anni


“Piantare fragole” e “scavare pozzi”: due metafore per le due strategie che si prefigge il progetto Smart School, per contrastare la povertà educativa nella fascia 11-17 anni.
Un progetto biennale, iniziato lo scorso anno, che riguarda tre territori della nostra provincia (Valle Sabbia, Val Trompia e Bassa Bresciana Centrale), messo in campo da Fondazione della Comunità Bresciana, grazie a un contributo della fondazione Con i Bambini.

Al progetto sono stati destinati complessivamente 650.000 euro: 50.000 da ciascuna delle tre aree, 250.000 messi a disposizione da FCB, tramite le erogazioni territoriali di Fondazione Cariplo e direttamente dai donatori della Fondazione, e 250.000 da Con i Bambini.

Per la Valle Sabbia sono coinvolti i Servizi sociali della Comunità montana che fungono da regia con la coop. Il Calabrone, capofila del progetto, insieme a coop. Area e i destinatari principali del progetto, ossia gli Istituti Comprensivi valsabbini e l’Istituto superiore “Perlasca” (non hanno aderito né la Scar di Roè Volciano, né il Cfp di Villanuova).

Smart School intende promuovere il cambiamento culturale del territorio, contrastando innanzitutto l’abbandono scolastico. Basti pensare che nell’anno scolastico 2015/16 a giugno al primo anno di scuola secondaria di secondo grado, solo 48,2% degli studenti era stato promosso (il 61,1% la media provinciale), il 27% bocciato (13,9 media prov.) e il restante 25% disperso, allargando quella platea di giovani Neet (Not in Education, Employment or Training), cioè che non studiano né lavorano, con tutti i rischi di devianza connessi.

Come detto, si adotteranno due strategie: “piantare fragole” e “scavare pozzi”.
Il progetto “pianterà fragole” dove il territorio è in grado di supportare nuovi servizi da replicare fino a generare un cambiamento di sistema. “Scaverà pozzi” agendo maggiormente in profondità per creare i presupposti per cui poi si possano sperimentare nuove prassi.

La scuola sarà il soggetto centrale in tutte le fasi della progettualità sarà la scuola: se ne promuoverà una visione aperta e in relazione con le comunità in tre diverse azioni di cambiamento: empowerment didattico, la nascita di laboratori tra scuola e territorio, aggiornamento rispetto alla promozione delle materie scientifiche e culturali.

In particolare si lavorerà sulla formazione degli insegnanti in modo che possano adottare nuove metodologie di insegnamento, non solo la classica frontale, anche utilizzando strumenti messi a disposizione dalla tecnologia.
Un’altra azione sarà quella di far sperimentare la bellezza di un’esperienza culturale: per questo nel progetto sono coinvolti anche il Teatro Grande di Brescia, Fondazione Idra e Curiosarte, per laboratori teatrali e artistici.
Purtroppo la pandemia non ha permesso di attivare i laboratori in presenza, nell’arco dello scorso anno sono stati coinvolti alcuni docenti.

Il progetto, come detto vedrà coinvolti i ragazzi delle medie e dei primi due anni delle superiori. In Valle Sabbia, sono oltre 6.000 ragazzi, di cui il 20% stranieri. Visti i dati sull’abbandono scolastico, bisognerà lavorare meglio sull’orientamento per la scelta di un percorso scolastico adatto a ciascuno.

Nel progetto sono coinvolti anche l’Università Cattolica di Brescia, dipartimento di Pedagogia, per la valutazione del percorso innovativo, e il Centro Studi Socialis, l’ente valutativo che fa capo alle Università bresciane e il mondo cooperativo. Sarà importante il loro apporto anche per capire se l’offerta formativa della Valle Sabbia è ancora attuale oppure necessita di un aggiornamento.
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