La mia prima corsa
di Luca Pietrobelli

Il ciclismo, come dicono in tanti, non è come il calcio. Non ci si appassiona al ciclismo vedendolo in televisione, non ci sono stadi e non se ne parla tra i banchi di scuola fin dalle elementari


Il ciclismo è uno sport la cui passione nasce se qualcuno, da bambino, ti porta a vedere le corse, in strada, seguendo il rituale della preparazione dello zainetto, del panino col prosciutto e della lattina di the al limone. Il ciclismo, il più delle volte, te lo insegna il nonno, e così è stato per me.

La mia prima corsa,
la ricordo bene, è stata nel ’96, bambino, a fianco di mio nonno, sul traguardo della classicissima bresciana, la coppa San Geo. Ricordo il freddo e la gara per accaparrarsi i posti a sedere sui muretti per vedere meglio il passaggio del plotone.

La mia prima corsa è poi stata all’età di sei anni, in sella stavolta, ad un circuito a Nuvolento, conclusa anzitempo a causa di una caduta di cui ancora oggi porto una cicatrice sul ginocchio sinistro.

La mia prima corsa è stata una tappa del Giro d’Italia, con il solito rituale a cui ho aggiunto quello della caccia alla borraccia più bella, il passatempo più famoso di tutto il movimento ciclistico.

La mia prima corsa
è stata quando portavo le borracce per i ragazzi dell’UC Soprazocco e li aspettavo all’arrivo col cuore in gola, nell’attesa dello sprint.

La mia prima corsa è stata vedere l’arrivo del Tour de France 2019 sugli  Champs-Élysées, tifando i miei beniamini, con a fianco una delle persone che più mi è vicina in queste passioni e che più di tutte mi ha spronato a raccontare le due ruote, Emanuela; se volete vederle brillare gli occhi parlatele di Alex Zanardi e delle sue imprese sulla sua handbike, ma non ditele che l’avete letto qui!

La mia prima corsa è stata sabato 27 febbraio, ancora la San Geo, quasi una chiamata del destino a ricordarmi da dove è partito tutto: stavolta in veste di cronista per il Giornale di Brescia, con la possibilità di vedere i dietro le quinte e poter scambiare qualche parola in più con i ragazzi in corsa e tutti gli addetti ai lavori, per una passione che ancora insiste e mi dà ora la possibilità di raccontare a avvicinare nuovi appassionati.

Non so quando sarà la mia prossima prima corsa, ma sono sicuro che sarà un’altra volta un qualcosa di tutto nuovo!

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