Coscritti e coscritte
di John Comini

Vorrei raccontare la tradizione della festa dei coscritti e ricordare una dolce persona che ci ha lasciato, Ornella Chiodi, salutata con grande affetto da tutta la comunità e dai coscritti della classe 1963



La festa dei coscritti è sempre stata un’abitudine diffusa nei nostri paesi. Un tempo i coscritti erano i giovani che andavano a fare la visita di leva, per poi partire militari. Sui muri era pitturata a caratteri cubitali la scritta “W LA CLASSE… ” ed erano affissi manifestini tricolori con gli slogan “Attente ragazze arrivano i coscritti del… ” o anche “Quelli belli siamo noi del… ”.

Ogni coscritto indossava un cappellino tricolore e un foulard, con ricamato l’anno della classe protagonista dei festeggiamenti. La gente accoglieva con simpatia i baldi giovanotti, che grazie a Dio partivano per fare i soldati in tempo di pace.

Il servizio militare obbligatorio non c’è più dal 2004. Ma ai miei tempi a noi maschietti arrivava una cartolina per la famosa visita, che avrebbe certificato se saremmo stati abili arruolati o, per vari motivi, lasciati a casa.

Mi recai in pullman in una caserma a Brescia dove, in mezzo ad altri coetanei, fui invitato a mettermi in mutande. Successivamente un medico militare passava a toccarti nei “paesi bassi”, ti controllava spalle e schiena e ti faceva la visita oculistica.

A quel tempo non c’era l’obiezione di coscienza (ricordo che solo i testimoni di Geova la facevano, rischiando la galera). C’era chi, per evitare la naja (che allora durava 15 mesi), prima della visita beveva miscele di liscivia e candeggina.

Oppure digiunava per giorni e giorni, arrivando alla visita pallido come un fantasma, sperando di essere “scartato” e militesente per insufficienza toracica. Oppure chi sperava in un parente maresciallo o in uno zio che conosceva un politico importante… Finché un giorno ti arrivava una cartolina su cui era scritto dove e quando ti dovevi presentare per il servizio militare.

Io sono stato alpino a Cuneo, presso il CAR (Centro Addestramento Reclute). Vedevo molti compagni che piangevano o scrivevano lettere alle proprie morose, io non avevo nessuna ragazza e cantavo le malinconiche canzoni di Battisti. Ero ignaro che la mia attuale moglie fosse innamorata di me!  Mi ha poi raccontato che piangeva giorno e notte.  Ma poi, al ritorno, mi ha sposato… e ha fatto piangere me, eh eh eh!

Poi, quando incontravo i miei coscritti, spesso ci dicevamo “Ciao, classe!” Ovviamente appartenevamo alla classe 1952, una classe più che di ferro, più che di acciaio: una classe… di classe! Sono iniziate le feste dei coscritti.
Inizialmente era solo un ritrovo tra maschi, poi pian piano (forse per l’insistenza delle mogli… ) le feste han visto la presenza delle donne. Molti tenevano a presenziare, spesso chi era sposato fuori paese faceva di tutto per esserci, per poter incontrare gli amici di scuola e d’infanzia.  

Importanti sono gli organizzatori della festa, una stretta cerchia di coscritti che prende le fatidiche decisioni. Che sono molte: si decide il ristorante, il menù (cercando di accontentare i gusti dei più), l’eventuale complesso musicale per il ballo. E si dovrà quantificare il costo dell’evento, cercando di far quadrare le spese e di mediare tra un costo troppo elevato e un menù troppo raffinato o troppo ordinario (anche se spesso, quello che conta è la gioia di incontrarsi, e allora un gustoso spiedo rappresenta la felicità).

Spesso il problema del costo elevato viene risolto abbassando la spesa individuale e poi organizzando una lotteria o una pesca durante la serata. C’è poi da contattare il parroco o qualche sacerdote coscritto per celebrare, prima della festa vera e propria,  la Santa Messa durante la quale si ricorderanno i coscritti che sono partiti per l’eternità.

Ma non è finita: gli organizzatori si preoccupano di avere la lista esatta dei coscritti (magari grazie a qualche prezioso aggancio presso l’anagrafe… ), di stampare la lettera d’invito con la data della festa, la location, il menù condito da frasi simpatiche e citazioni esemplari. Poi o si spedisce il tutto, oppure qualche simpatico coscritto funge da portalettere, facendo il giro delle abitazioni e sollecitando chi è piuttosto restio a partecipare.

Sì perché non tutti amano presenziare, forse per timidezza, o perché l’anno prima non si sono trovati bene, per problemi personali o per precedenti impegni. Il sottoscritto, ad esempio, talvolta era impegnato con gli spettacoli teatrali. Adesso quasi tutti, anche i nonni coscritti, possono ricevere i messaggi sui social: facebook, whatsapp e altre rapide diavolerie.

È la festa dei coetanei, persone dello stesso anno di nascita, spesso vi partecipano coppie di sposi coscritti, oppure nati in anni diversi.   

La festa dei coscritti, specie quando gli anni finiscono con “anta” e magari toccano il mezzo secolo di vita, talvolta si trasforma in un viaggio, come quello che hanno fatto mia sorella ed il caro Sergio Franceschetti nella stupenda Isola d’Elba, quando Rita con i suoi coscritti aveva festeggiato il 50°. O come nel settembre del 2014, quando la classe 1944  di Villanuova sul Clisi e di Gavardo, unite nell’amicizia, ha festeggiato i 70 anni visitando la splendida città di Pavia.

Feste liete, feste dei ricordi, feste dei vecchi amici, con un pizzico di nostalgia. Per quanto diversi, per quanto la vita li abbia cambiati, i coscritti ritrovano l’allegra compagnia di un tempo, scambiano due chiacchiere con chi difficilmente si riesce ad incontrare, si informano su come prosegue la vita di ognuno di noi, condividendo le gioie e (perché no?) i dolori della vita.

È l’occasione per fare un tuffo nel passato, rievocare i momenti dell’infanzia e della giovinezza, tra vecchie fotografie, racconti di scuola o dell’oratorio, aneddoti che ci riportano al passato. È una festa per riunire vecchie amicizie, per non perdersi troppo di vista nonostante gli impegni, le abitudini e gli interessi che sono diventati, nel corso degli anni, differenti per ciascuno.

Mi piace immaginare i vari tipi seduti alle tavolate. Quelli che a scuola erano riservati e taciturni e ora sono diventati mattatori. Quelli che, viceversa, da giovani erano brillanti e pieni di battute e ora sono un po’ ammosciati. Quelli che sanno le barzellette (anche sconce) e trovano la platea per raccontarle. Quelli che durante il pranzo trangugiano tutto, anche gli avanzi del vicino (forse a casa stanno a stecchetto… )

Quelli che, in libera uscita e sganciati per una sera dalla moglie, le dicono: “Cara, non ho proprio voglia di andare, se potessi starei qui con te” ma poi la moglie scoprirà dalle foto che il marito non si è mai divertito così tanto. Le donne che fanno comunella e commentano i vestiti delle coscritte (“Ma che bello!” “L’ho preso al mercato, non ho speso niente!”) Quelli bravi a ballare, che suscitano l’ammirazione di tutti. Quelli che, tornando a casa, commentano “Hai visto quello com’è diventato vecchio?”.
 
Ma, come ha scritto qualcuno, le belle persone restano sempre belle, anche se passano gli anni. Anche se sono stanche, se hanno le rughe. Perché la bellezza che è dentro di noi non invecchia mai. Diventa con gli anni più fragile e preziosa. Le belle persone non smettono mai di brillare…

La festa dei coscritti è famosa per fare tardi: tutti sanno che non è possibile rientrare presto, è contro ogni regola. A furia di ballare e divertirsi, dopo una certa ora viene appetito e c’è chi non si rassegna ad andare a dormire, ma va nelle case di amici, con il taglio di un salame e un bicchiere di vino si tira fino all’alba. Ricordo che la mia attuale moglie era andata alla festa dei coscritti, mi aveva detto che non aveva tanta voglia, ma poi è tornata alle 4 del mattino!

Vorrei ora ricordare una persona che ci ha lasciati da poco. Si chiama Ornella Chiodi, di soli 57 anni. Non l’ho conosciuta direttamente, ma so che era una persona buona, che grazie alla sua dolcezza si faceva voler bene da tutti.

Lavorava all’Ospedale e si impegnava come catechista all’oratorio. Inoltre partecipava con gioia alle feste dei coscritti, con i quali condivideva una grande amicizia, fatta di piccole cose. E
quando si è amici una volta lo si è per tutta la vita. Mando un grande abbraccio alla mamma Irene, al papà Giuseppe, alle sorelle Mariella e Loredana, ai cognati Angelo e Domenico, ai nipoti Anna e Sara, agli zii ed i cugini. So che ha avuto tutta la tenerezza e le cure più amorevoli dal Day Hospital Oncologico e dal Pronto Soccorso dell’Ospedale di Gavardo.

La sua amica e coscritta Germana Moreni, moglie del mitico Massimo Scalvini, mi ha mandato questo commovente saluto:
“Noi coscritti del 1963 vogliamo salutarti senza far rumore... con dolcezza, come tu eri quando partecipavi alle feste per molti anni! Ti vogliamo ricordare così: mite, dolce, sempre pronta ad ascoltare chiunque. Grazie! Un abbraccio anche ai tuoi genitori che ti sono sempre stati vicini e tu a loro. Ora in cielo abbiamo un angelo tutto per noi. Ciao Ornella.”

L’unica cosa che conta è quanto una persona ha saputo amare. L’amore è senza confini. Oltre la tristezza, oltre la malinconia dell’addio, rimane il ricordo di una persona meravigliosa, che ha lasciato la carezza della sua anima nel cuore di tanti.

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo
maestro John
 
Nelle foto:
- Foto di gruppo dei coscritti del 1933
- I coscritti del 1943 festeggiano il 40° presso l’Albergo Braga
- Alcuni coscritti della classe 1963, con Ornella
- Ornella Chiodi (a sinistra) alla festa dei coscritti del ’63

Un particolare ringraziamento a Germana

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