Giuseppe Sopranzetti: «Deve ritornare la fiducia»
di Nicola Bianco Speroni

Il Rotary Valle Sabbia ha promosso un interessante incontro con il Direttore di Banca d’Italia in Lombardia per gli imprenditori associati sui temi dell'economia



Viviamo oggi con apprensione il difficilissimo momento che vive la nostra economia. “Cosa deve cambiare per invertire la rotta?” l’hanno chiesto i soci del Rotary Valle Sabbia, Presidente Marcellina Bertolinelli, al Direttore della sede di Milano della Banca d’Italia Giuseppe Sopranzetti che è stato ospite del Club. Questa la risposta: «Deve anzitutto ritornare la fiducia!».

Come si poteva ben immaginare, dalla nota di aggiornamento congiunturale dell’economia della Regione Lombardia fatta da Banca d’Italia emerge una forte stagnazione economica dei principali comparti, dalla manifattura alle esportazioni. “La regione Lombardia è un riferimento in Italia e ha una forte presa sull’estero, basti pensare alle società di investimento straniere che aprono le loro sedi nel capoluogo lombardo. Il modello Milano è stato il metodo che ha permesso di raggiungere una serie di buoni risultati, ma non bisogna sedersi sugli allori. L’incertezza pesa e pesa soprattutto sulla nostra regione perché è molto più esposta delle altre. L’incertezza però non deve essere una scusa per non muoversi, anzi deve essere un motivo in più proprio per intervenire e soprattutto per realizzare interventi strutturali”, ha continuato Sopranzetti.

Se dalla fine del 2014, grazie sicuramente anche all’effetto trainante di Expo e di tutti gli investimenti nelle infrastrutture (pensiamo solo a BreBeMI) l’economia regionale era ripartita dopo aver affrontato una delle peggiori crisi degli ultimi decenni, aumentando significativamente il ritmo di crescita tra la fine del 2017 (quando la Lombardia aveva già recuperato i valori pre crisi del 2008, a livello Nazionale invece ancora a fine 2018 si era a -4,5) e l’inizio del 2018, nel 2020 le performance hanno subito un brusco contraccolpo a causa di una serie di variabili che sono alla base del rallentamento che impatta sull’intera economia mondiale: si tratta dell’incertezza economica a livello globale e della scarsa fiducia dei consumatori, degli investitori e dei produttori. Un problema non solo italiano, anche se la penisola è lo Stato che deve recuperare di più, dal momento che è “almeno un quarto di secolo che cresce meno degli altri concorrenti” ha sottolineato Sopranzetti.

La Regione Lombardia fa meglio di tutte le altre in Italia, fatta eccezione per le esportazioni, che dopo due anni di crescita sostenuta sono scese dello 0,6% rispetto al 2018, quando l’export cresceva del 5,6%. Dati alla mano, dal report elaborato da Banca d’Italia emerge un indebolimento della manifattura, settore in cui la produzione è rimasta sostanzialmente invariata nei primi nove mesi dell’anno, fermandosi a +0,3%, mentre nel 2019 su base annua cresceva del +3%. Conseguenza di questa stagnazione, è stata la diminuzione delle esportazioni e degli investimenti. Tra i settori in cui l’attività produttiva è aumentata, quello alimentare ha mostrato la dinamica più vivace, crescendo del 2,8%.

L’emergenza Covid spiazza anche l’economia più solida del Paese, quella lombarda, che vede il massimo mai raggiunto nel numero di aziende che chiuderanno il bilancio 2020 in perdita sempre secondo l’aggiornamento congiunturale della sede di Milano della Banca d’Italia.
La rinnovata incertezza medico-sanitaria allontana certamente la ripresa, congelando molti dei piani di investimento e senza prevedere rimbalzi per i programmi del 2021, a questo si aggiungono la Brexit, le crisi economiche che hanno riguardato Paesi emergenti come Argentina e Messico, le crisi geopolitiche, la guerra dei dazi, e il rallentamento dell’economia tedesca.

Secondo Sopranzetti per smuovere l’economia occorre colmare un gap rispetto ai livelli pre crisi. Pertanto, che fare? Probabilmente la soluzione, secondo Bankitalia, è da rintracciare ognuno nel proprio comparto, fondando la ricrescita sui propri punti di forza: la manifattura, l’università, i talenti nazionali, il settore finanziario, gli indicatori ecosostenibili. “Se torna il carburante, cioè la fiducia, le fondamenta da cui ripartire a costruire sono buone”, ha continuato Sopranzetti.

Certamente però per sostenere la ripresa dell’economia lombarda serve un piano a lunga gittata, incentrato sui punti di forza e sui talenti della Regione, tra cui: terziario avanzato, manifattura, università e capitale sociale. Bisogna però anche intervenire sui punti deboli, incentivando gli investimenti in ricerca e sviluppo e formando i lavoratori, allo scopo di modernizzare la Lombardia. Proprio in quest’ottica la Banca d’Italia sta lavorando per istituire a Milano un Innovation hub per il fintech, allo scopo di creare un centro di innovazione digitale di respiro europeo, dove operatori di mercato, imprese e università possano sperimentare nuove soluzioni.

Dopo un crollo del Pil del 12% nel primo semestre del 2020, superiore al deficit accumulato tra 2008 e 2014, il recupero del periodo successivo, per quanto robusto, non è stato in grado di colmare il gap.

In generale, in una congiuntura economica stagnante e di incertezza, gli investimenti rimangono fermi e si prevede che lo rimarranno anche nel 2021, a parità di condizioni. Altro effetto evidente è la contrazione della liquidità, a cui le aziende hanno ovviato attingendo a nuovi prestiti bancari, anche attraverso le garanzie pubbliche. Sono state 190mila le operazioni avviate in questa modalità in regione in 6 mesi, dossier che hanno fornito al sistema lombardo 18 miliardi di euro di risorse. In parallelo si vede quindi impennare la curva dei prestiti, a lungo in frenata negli ultimi anni: da un calo del 2,6% nel 2019 si è passati ad un progresso di oltre sei punti nel mese di settembre, ultima tappa di una accelerazione avviata a marzo per le imprese maggiori, con un lieve ritardo per le realtà di minori dimensioni.
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