Grossi rischi a Vobarno
di Ubaldo Vallini

“Ho visto come un’ombra uscire dal bosco, poi ho sentito una gran botta sulla fiancata destra, tanto da farmi sbandare sulla sinistra. Subito davanti hanno cominciato ad arrivare altre pietre.

Ho visto come un’ombra uscire dal bosco, poi ho sentito una gran botta sulla fiancata destra, tanto da farmi sbandare sulla sinistra. Subito davanti hanno cominciato ad arrivare altre pietre. Ecco perchè ho proseguito per un altro centinaio di metri: per cercare di togliermi di lì al più presto”.
E’ la testimonianza, drammatica, dell’autista di una ditta di Azzano Mella che su un Mercedes Actros 2546, un “tre assi”, stava trasportando lungo la Provinciale IV della Valle Sabbia una sessantina di quintali di tubi verso la Metalfer di Sabbio Chiese.

Erano all’incirca le 9 e 45 di ieri mattina. A centrare il pesante mezzo, esplodendo poi in mille pezzi, un grosso masso rotolato lungo le pendici del monte Cingolo che in quel punto sovrasta lo stabilimento vobarnese della Valsir fra Vobarno e la frazione Carpeneda.
E’ stata tanto violenta la corsa del macigno, che le apposite reti di contenimento posizionate sul fianco della montagna sono state sfondate. Prima di raggiungere l’asfalto il grande proiettile dev’essersi diviso in più parti, oppure le rocce erano due: una di queste, dopo aver spezzato una robinia all’altezza di circa quattro metri, ha letteralmente sorvolato la strada finendo con lo sfondare il rivestimento in alluminio dei muri della Valsir ed in parte una finestra, prima di inabissarsi nell’acqua della seriola che gli scorre a fianco.

Nessun danno all’interno dell’azienda, solo tanto spavento.
Il camion si è invece ritrovato con il serbatoio del gasolio accartocciato, piegato perfino il telaio. “Ho creduto che davanti a me stessero trasportando esplosivi e che avessero avuto qualche serio problema” ha dichiarato l’autista trentino dell’Iveco Stralis carico di infissi, che seguiva e che a sua volta ha travolto alcuni detriti.

Impressionato da quello che era accaduto anche Tonino Bonelli, di Teglie, che con la sua Suzuki Vitara stava transitando sull’opposta corsia di marcia e che certo sarebbe stato investito dal masso, se non ci fosse stato di mezzo il Mercedes. Con conseguenze per lui assai più gravi.
“L’ho visto sbandare e poi il polverone, credevo lo scoppio di una gomma” ha riferito.

Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco da Salò e la squadra manutenzione della Provincia per liberare dalle pietre la strada e per evitare che i circa 600 litri di gasolio fuoriusciti dal serbatoio del camion finissero nel fiume.
Gli agenti della Polizia Locale del consorzio hanno provveduto ai rilievi e alla gestione delle lunghe code che si sono formate per chi saliva e chi scendeva la Valle.
Un’oretta è stata necessaria per ripristinare la circolazione a senso unico alternato. Circolazione regolare solo dopo le 14.

Nel pomeriggio, l’amministrazione comunale ha fatto intervenire una squadra di rocciatori trentini per un accurato sopralluogo della montagna.
La Provincia si è già attivata per ripristinare lo squarcio che si è formato nelle reti di contenimento. Quando i massi sono troppo pesanti, evidentemente, anche quelle possono fare poco.
Il Cingolo non è nuovo a queste “performance”, tanto che il camion lesionato si è fermato proprio davanti ad un locale pubblico che ha preso il nome di Bar La Roccia”.
E’ andata bene anche questa volta.
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