La risata corre sulle onde medie
di Marisa Viviani

Si è conclusa giovedì 7 gennaio la prima serie di trasmissioni di Radio Canài délä Tópä, che a Bagolino ha tenuto banco per sei serate con uno stravagante programma curato dal Gruppo Salvadàk per sollevare il morale della popolazione in questa difficile situazione di pandemia.


“Il principio che ha orientato il nostro lavoro è incluso nell'acronimo TÓPÄ, vale a dire Trasmissione Occasionale Per Afflitti. E poiché stiamo usufruendo delle frequenze radio dell'emittente parrocchiale, abbiamo pensato di chiamarci Radio Canài délä Tópä, in onore del noto … toponimo locale, evocativo degli antichi fasti della nostra comunità.”

Già il “manifesto programmatico” di questa trasmissione radiofonica la dice lunga sulla sua singolarità, tant'è che la lucida consapevolezza degli ideatori aveva avvertito il pubblico sul rischio insito nell'ascolto: nata per sostenere l'umore depresso dei confinati in casa, questa trasmissione avrebbe potuto però compromettere l'equilibrio mentale dei soggetti più fragili e sensibili, sconcertati dalle vicende paradossali che vi venivano narrate!

Che dire infatti di una capra daltonica che fugge da una zona rossa per andare in una gialla, che diventa poi arancione e ancora gialla, e viene inseguita da forestali e giornalisti alla ricerca di uno scoop sensazionale? O di un test del coronavirus a base di prosecco che mette la popolazione maschile delle vallate in malattia causa sbronza? O della messa in quarantena del personale della banca agricola perché il bilancio è stato trovato positivo?

Tutti elementi al limite del razionale, che potrebbero alterare il delicato equilibrio mentale di una popolazione stremata dall'isolamento e dalle privazioni, di cui la grave “Sindrome del pirlo negato e dei suoi derivati” sarebbe una delle conseguenze più evidenti e diffuse.

Un avviso all'inizio della trasmissione metteva in guardia infatti gli ascoltatori sulla potenziale pericolosità dei contenuti del programma, con raccomandazioni di questo tenore: “Attenzione! Il programma che sta per andare in onda potrebbe nuocere gravemente al sistema nervoso. Vi consigliamo vivamente di non eccedere nell'ascolto.”

Monito che pare non sia stato raccolto dal pubblico, dato che il numero degli ascoltatori è sempre rimasto alto e gli apprezzamenti erano fioccati come la neve caduta in questo periodo.

La trasmissione ha avuto cadenza settimanale e sarà ripresa per carnevale; nel frattempo, durante le tre settimane di pausa, il gruppo redazionale dei Salvadàk si dedicherà alla preparazione di altre tre puntate a tema carnevalesco, che avranno il compito di lenire le sofferenze di una seconda privazione delle santissime feste dé carnaàl, avvenimento epocale per l'incredula popolazione di Bagolino (salvo la provvidenziale sparizione del covid e relativa pandemia, con ritorno alla vita normale).

Al di là della comicità surreale e vagamente demenziale che serpeggiava in tutta la trasmissione, sono stati presenti anche riferimenti a tematiche impegnative, come la difesa del dialetto e delle tradizioni identitarie della comunità.

Tutta la trasmissione ha avuto una spiccata connotazione locale, basando la sua programmazione su elementi della vita e delle vicende riconoscibili dalla popolazione, perché appartenenti alla quotidianità e alla storia della comunità, a cominciare dall'uso del linguaggio dialettale che a Bagolino presenta ancora un forte radicamento tra la popolazione adulta, anche se in declino tra i giovanissimi.

La presenza nella trasmissione di rubriche dai contenuti legati alla realtà locale, testimonia dell'attenzione riservata dalla redazione al recupero e alla tutela di usanze, modalità, conoscenze nel lavoro, nella pratica quotidiana, nelle tradizioni; pur se presentate in forma ironica e divertente.

Così la proposta di ricette della cucina povera del passato, di còse dé 'nä òltä (racconti, filastrocche, preghiere di una volta), di proverbi, di espressioni dialettali idiomatiche, di canti , musiche, suonatori e interpreti del posto, hanno coabitato all'interno della trasmissione con le rubriche classiche del notiziario, del meteo, della posta, in lingua italiana ma sempre connotate da una sottile vena umoristica.

La trasmissione è stata condotta da Costanza Versiversaille, un'esperta di comunicazione che ha intrattenuto con il pubblico un rapporto di simpatia documentato da numerosi messaggi di apprezzamento, e un rapporto invece conflittuale con il suo regista e capo; è dallo scontro frequente tra le due personalità antitetiche che è venuto dipanandosi il filo della narrazione, giocata sull'equivoco, il nonsense, il bisticcio continuo.

Non tutta la trasmissione è stata sempre percorsa però dall'impronta del paradosso; qualche momento di serietà, in verità raro e subito riportato nell'alveo della consueta comicità, ha fatto la sua apparizione in occasione della puntata natalizia, per ribadire in particolare la profondità culturale dell'uso del dialetto, tema assai caro alla popolazione di Bagolino, ma al contempo mai approfondito (realtà del resto comune ad altre parti del nostro Paese: ma che dire inoltre della stessa lingua italiana, ridotta alla stregua di una lingua straniera in casa propria, se non di un linguaggio gergale per tutte le occasioni?).

Riportiamo un significativo passaggio di quell'intermezzo meditativo tra due momenti di ilarità stravagante, interpretato dalla voce reale della conduttrice, per l'importante circostanza sé stessa, Versilla Salvadori.

“Cari ascoltatori,

il dialetto fa parte della cultura della comunità,

è un patrimonio da difendere,

e l'unico modo per riuscirci è p a r l a r l o!

La caratteristica di noi Italiani è la diversità:

siamo un popolo formato da comunità

che si distinguono per la diversità di usi e costumi,

di storia e tradizioni,

di ambiente geografico e paesaggio,

di cucina e di dialetto,

una diversità meravigliosa da tutelare.

È la nostra diversità che ci fa italiani,

è la nostra italianità che ci fa diversi,

ma nel contempo uguali con la nostra lingua italiana accanto ai nostri dialetti locali.

Èlä Ciàrä? Mìä ensegnàk äi fänsì ä parlà italiàno é ä parlà bagòs fin dä pesègn, sum entìs?

[È chiaro? Bisogna insegnare ai bambini a parlare italiano e a parlare il dialetto bagosso fin da piccoli, siamo d'accordo?

Versilla Salvadori, in arte Costanza Versiversaille, è il punto di forza e di riferimento del gruppo teatrale di Bagolino, l'affermata Compagnia Teatrale “I Maläòä” e il neonato Gruppo Salvadàk; dotata di una grande passione per il teatro e di una inesauribile vena creativa, padroneggia perfettamente l'uso del dialetto, divenendo per la comunità ambasciatrice della sua tutela e della sua consegna alle giovani generazioni.

Mentre le trasmissioni dell'originale Radio Canài délä Tópä andavano confermando la popolarità della nostra attrice, si metteva in evidenza un giovane cresciuto nel vivaio teatrale di Versilla Salvadori, Marco Melzani, che in questo lavoro interpreta la parte del Regista; ma non solo, considerando che tutta la trasmissione si è retta sulle spalle di entrambi gli interpreti, anche nei ruoli secondari delle varie rubriche (ad esclusione delle voci autentiche dei narratori delle còse dé 'nä òltä).

Nate in tempo di pandemia, tutte le trasmissioni di Radio Canài délä Tópä sono state realizzate nel rispetto delle norme anticovid; il 90% del lavoro si è svolto da remoto, a livello individuale e per telefono, sfruttando la tecnologia informatica; i necessari incontri di confronto nel gruppo si sono tenuti con distanziamento, uso di mascherine, igiene delle mani e dell'ambiente.

Si è trattato di un lavoro impegnativo per il Gruppo Salvadàk, già alle prese con altre iniziative teatrali, e reso anche più difficoltoso dai limitati mezzi tecnici a disposizione. Non sempre è filato tutto liscio infatti; spesso inconvenienti tecnici di registrazione e trasmissione hanno creato qualche problema, che però erano bene in sintonia con lo spirito contraddittorio del programma, identificato nello slogan "Radio Canài délä Tópä, lä radio chè mai lä sé entópä” (...la radio che mai si inciampa).

Ogni trasmissione è stata registrata, corretta nei punti più critici dell'audio, e diffusa tramite il passaparola, per poterla riascoltare o consentire l'ascolto a chi l'avesse persa; attualmente tutte le puntate sono recuperabili anche su Facebook e Instagram nel sito della Compagnia Teatrale Maläòä.

In attesa delle nuove puntate carnevalesche, il Gruppo Salvadàk ringrazia gli ascoltatori per la simpatia dimostrata e li attende numerosi anche per le prossime trasmissioni.

Un particolare ringraziamento va al parroco don Paolo Morbio per la collaborazione e per l'uso della radio parrocchiale, senza le quali Radio Canài délä Tópä non avrebbe mai potuto veleggiare sulle sue frequenze 99.4 .


Nella foto di Valerio Galli: Una radio d'epoca a valvole

Compagnia Teatrale Maläòä  -  https://www.facebook.com/commedie/


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