Severino e i 102
di Giancarlo Marchesi

Tanti auguri a Severino Zola, di Odolo, che oggi, 1 gennaio, festeggia il compleanno numero 102, per la prima volta quasi "in solitaria"



E sono 102. L’odolese Severino Zola oggi, primo gennaio 2021 festeggia il 102 anni nella sua abitazione, in compagnia della sola figlia Daniela poiché, per ovvi motivi sanitari, non potrà essere attorniato da nipoti e pronipoti.

A dispetto di questo difficile momento, Severino è di ottimo umore e gode di buona salute, tanto che non vede l’ora di vaccinarsi contro il Coronavirus per poter tornare ad incontrare le scolaresche nella fucina museo di Odolo, e raccontare ai più giovani i mille segreti dell’arte del ferro, come faceva abitualmente prima del lockdown.

Severino ha infatti dedicato al sua lunga attività lavorativa alla gloriosa tradizione metallurgica: non a caso, prima di essere trasformata in museo, la fucina di Pamparane lo aveva visto protagonista come ultimo maestro impegnato al maglio.

Dopo aver «girato» un po’ tutte le fucine dell’alta Valle Sabbia, da Casto a Vestone, nel 1960 prese in affitto la struttura ubicata nel centro storico di Odolo dai fratelli Dario e Nicola Leali, proprietari dell’impianto, e la condusse con dedizione e impegno fino al 1978, anno del suo congedo dall’attività lavorativa.

«In una giornata – racconta Zola – io e i miei cinque collaboratori realizzavamo un quintale e mezzo di vanghe. Circa 120-130 pezzi secondo le caratteristiche delle varie vanghe in uso nelle diverse regioni italiane.
Per noi la vanga migliore era quella utilizzata nelle campagne del Riminese, piccola e robusta, mentre la più difficile e faticosa da realizzare era quella in uso nel Napoletano».

Come detto, sul finire degli anni Settanta ha lasciato la fucina di Pamparane per dedicarsi alla moglie Ida, scomparsa nel 2016, e alle figlie Daniela e Pierita, ma ha continuato a rimanere legato al suo lavoro.
Nel 2007, infatti, non mancò di mettere a disposizione la sua ricca esperienza per trasformare in museo del ferro la «sua ultima fucina», e ancora oggi ama raccontare le esperienze legate all’arte che ha reso Odolo una delle capitali italiane della siderurgia.

Giancarlo Marchesi


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