Quattro dischi per Natale
di Davide Vedovelli

Anche quest'anno torna uno tra gli articoli cult dello Spaccadischi. Arriva un po' prima del solito per permettere, a chi lo vorrà, di ordinare disco e relativa bottiglia di accompagnamento in tempo per i regali
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Sarà un Natale molto diverso dal solito, di quelli che ricorderemo e racconteremo negli anni a venire. Gli sforzi chiesti in questi mesi sono necessari per uscire definitivamente da questa pandemia.

Il lockdown ci costringe anche a recuperare un Natale più sobrio e vissuto in casa, dimenticando viaggi e tutto ciò a cui ci eravamo abituati. In questi mesi non ho potuto scrivere molto perché tutte le manifestazioni culturali e musicali live sono state sospese, ma spero di tornare a breve a riempire queste pagine con eventi, concerti e spettacoli.

Voglio farvi un sincero augurio di un buon Natale, nonostante tutto, sperando che un po' di buona musica possa farvi trascorrere meglio le feste che stanno per arrivare.

Vi abbraccio, Lo Spaccadischi


1. Forever – Francesco Bianconi

Francesco Bianconi abbandona per un attimo la sua Band, i Baustelle, per un disco solista. Ne esce un lavoro prezioso e curato che contiene alcuni gioielli come non se ne vedevano da tempo nella canzone d'autore italiana. Tra questi spiccano le canzoni “L'abisso, Il bene, Certi uomini).

Bianconi scrive e canta divinamente canzoni profonde, ricche di spunti e citazioni che sanno scandagliare bene l'animo umano. Regalo ideale per chi ama la grande canzoni d'autore. Disponibile in Cd e vinile.



In abbinamento: una bottiglia di un buon Cognac francese permetterà di godersi a pieno le atmosfere dell'album.


2. Zyngher - Lorenzo Monguzzi

Ne abbiamo parlato poche settimane fa proprio su queste pagine ed è un bellissimo disco in dialetto brianzolo del cantautore Lorenzo Monguzzi in cui rilegge e reinterpreta alcune grandi canzoni internazionali a cui è legato, una sorta di dedica ad alcuni suoi maestri.

Una scelta molto particolare, sia perché si riappropria di una tradizione dialettale scardinandola da una certa area politica che ha cercato di farla “cosa propria” senza nessuna legittimazione, sia perché alcuni concetti, alcune parole ed alcune atmosfere si possono rendere a pieno solo tramite gli idiomi dialettali.

Il disco non vuole e non suona come un disco folk e rifugge sonorità banali o scontate a cui, in molti casi, la lingua dialettale potrebbe indurre. Gli arrangiamenti sono leggeri, semplici e pensati per valorizzare ogni singola parola ed atmosfera racchiusa nelle canzoni.
L'Album disegna una geografia immaginaria tracciando un viaggio nella grande canzone d'autore internazionale.




In abbinamento: una bottiglia di Amarone, consigliatissima la Cantina Trabucchi d'Illasi


3. Un rifugio per la notte – Jet Set Roger

A quattro anni da “Lovecraft nel Polesine”, un vero e proprio concept album, corredato  dalle tavole del fumettista serbo Aleksandar Zograf, questo disco  continua a percorrere la strada intrapresa nel 2016 da Roger Rossini. Lovecraft aveva segnato un cambio di passo preferendo atmosfere grottesche a quelle più pop dei dischi precedenti ed ha sancito l'inizio della collaborazione tra Roger ed uno tra i più interessanti fumettisti contemporanei, Zograf appunto.

Le vicende del poeta François Villon, cui lo scrittore Robert Louis Stevenson aveva dedicato il racconto “A Lodging for the Night”, si snodano e tra le pagine e le canzoni in un disco da leggere ed un fumetto da ascoltare. E fa davvero l'effetto di un'antologia questo disco, dove non è buona cosa invertire l'ordine dei pezzi per non alterare una costruzione attenta e meticolosa.

https://snowdonia.bandcamp.com/album/un-rifugio-per-la-notte

In abbinamento: per questo disco devo farvi spendere qualche soldino in più ma le atmosfere sarebbero perfette con l'abbinata ostriche e Champagne.


4. Cip! - Brunori Sas

Fresco di vittoria della Targa Tenco come miglior disco del 2020 “Cip!” È l'ultima fatica di Brunori SAS. Ormai Dario Brunori è famoso conosciuto da tantissimi, ma a me piace ricordarlo quando nove anni fa arrivò a Musica da Bere, chitarra a spalle poche canzoni all'attivo... ma già tanto, tantissimo talento.

Le canzoni di Brunori sono intrise di dolce malinconia, nostalgia e storie d'amore, di vicinanza e lontananza, sono un sguardo sul presente con desideri e progetti su un futuro tanto sfuggevole quanto imprevedibile. Anche in questo disco emerge la grande padronanza della penna  con cui Brunori scrive i propri brani e la sua inconfondibile carica interpretativa.




In abbinamento: un Montepulciano d'Abruzzo credo possa essere una scelta azzeccata.
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