La tranquilla poesia del lago d'Idro
di Alfredo Bonomi

Il lago d’Idro porta nel nome anche la tradizione di una leggenda che lo ancora a miti antichissimi


Si dice che sulle sponde di questo specchio d’acqua, guardato e vigilato da una corona di monti, Ercole abbia ucciso l’Idra, una creatura certamente spaventevole, in una delle sue “fatiche”.

Il dottissimo Leandro Alberti nella sua opera poderosa intitolata “Descrizione di Tutta l’Italia di F. Leandro Alberti, bolognese, nella quale si contiene il sito di essa, l’origine…” edita a Venezia dal valligiano Pietro dei Nicolini da Sabbio nel 1551, scrive riferendosi al nome del lago: «…Benchè dicano alcuni che acquistasse tal nome dall’Idra, uccisa da Ercole figlio di Giove e d’Alcmena presso questo lago».

Non è citazione da poco perché questo importante libro, di ben 424 pagine, è uno dei primi a descrivere in dettaglio la geografia dell’Italia, sulla scia della famosissima “Italia illustrata” di Flavio Biondo.
L’Alberti si definisce «geografo topografo ed historico insieme», più precisamente scrive secondo le fonti uscite sulla materia prima della sua opera e secondo la sua conoscenza diretta dei territori che va descrivendo.

Se l’Alberti scrive del lago d’Idro alla metà del 1500 e si è soffermato sull’origine del suo nome, alcuni scrittori più recentemente hanno lasciato le emozioni provate alla vista del lago fissandole in contesti letterari. E’ il caso di Luigi Sacchi e di Arrigo Boito nel 1800 e di Riccardo Bacchelli alla metà del 1900. Nei loro scritti fa capolino anche una visione un po’ malinconica del lago d’Idro, forse perché non ha la luce “mediterranea” del Garda.

Ma l’”atmosfera” dell’Eridio non si esaurisce in questa “visione”.

Per verificare emozionalmente il fascino del lago d’Idro è indispensabile la vista che si abbraccia dal lungolago di Lemprato, da quel luogo dove, sino ad alcuni decenni fa, le antiche dimore digradanti dal dosso di “Castello Antico”, quasi si univano all’acqua.

Sostando ad osservare ciò che si presenta allo sguardo, si rimane emozionati.
Il mito dell’Idra rivive nella connotazione geografica che ha, nel medesimo tempo, tocchi di austerità, ma anche richiami di dolcezza.
Le montagne che in qualche punto sembrano cadere nel lago, si rispecchiano in esso, e l’acqua che accumuna il grigio di quella dei torrenti e l’azzurro degli specchi di acqua più vasti, ha atmosfere colorate speciali ed a tratti bellissime.

E’ proprio in questo crogiolo di monti e di acqua che sta il segreto della bellezza del lago d’Idro.
E’ un lago che abbonda di tranquilla poesia, in perfetta linea con il vero carattere dei valligiani, nei quali la pudicizia dei sentimenti è di tale spessore che, quando si scopre, non si lascia più dimenticare.

Lo scenario che si coglie da Lemprato
può essere definito un “quadro naturale” in equilibrio con l’animo degli abitanti che nel corso dei secoli hanno popolato le sue rive.
Si manifesta una bellezza, discreta nel porsi, ma tanto vera da “colloquiare” con assoluta autenticità con l’animo umano.

Alfredo Bonomi


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