Il sogno che non ti aspetti
di Luca Pietrobelli

Cavallini rampanti, cavalli da corsa e colpi di pedale...



Per molti appassionati italiani il nome Ferrari rimanda al Drake, il Grande Vecchio, quello del cavallino, per altri a quello di Vanessa Ferrari, fortissima ginnasta, per chi stravede per le due ruote, soprattutto se bresciano, a Roberto Ferrari.

Roberto Ferrari, ex corridore di Villanuova sul Clisi, velocista per anni in forza alla compagine della Lampre Merida, denominata poi UAE Emirates.
Roberto è un ragazzo che ha fatto della sua passione un lavoro e, senza voler eccedere in lodi e complimenti, lo ha fatto egregiamente.

Passista veloce, con una sparata finale in corsa davvero micidiale, ha raccolto in carriera una vittoria al Giro d’Italia, a Montecatini Terme, surclassando allo sprint l’uomo missile Mark Cavendish, al tempo iridato.
Di quei giorni si ricordano le accese polemiche per uno scarto laterale di Roberto che danneggiò l’inglese, facendolo cadere rovinosamente a terra.

La superiorità di Ferrari era schiacciante, era in uno stato di forma stratosferico e sussurri di corridoio, che sono quelli che danno sapore alla discussione, parlano di un oscuro accordo in cui il nostro alfiere dovette accettare di non disputare una volata per permettere a Cavendish di pareggiare i conti: vero o no, non lo sapremo mai.

Ricordo come fosse ieri l’arrivo di Montecatini: una volata a ranghi compatti dove “il Ferro” dettò legge in lungo e in largo.
Ai microfoni, sempre troppo diretto per lo standard Rai, Roby era raggiante e così lo eravamo tutti noi tifosi da casa che lo avevamo visto crescere.

Impresa storica, ultimo bresciano in ordine cronologico ad aver vinto una tappa in un Grande Giro, festeggiata per giorni al bar del paese; ma la sua più grande vittoria rimane, molto romanticamente, la Coppa San Geo del 2006, sulle strade di casa, che lo ha poi lanciato definitivamente nella dimensione professionistica.

Quel pomeriggio, era febbraio e pioveva, vidi la più grande espressione di gioia possibile su un volto, la realizzazione di un sogno.
Roby ne ha macinata di strada, un po’ ribelle e con uno stile tutto suo, dando a tutti la dimostrazione che, con costanza e impegno, i sogni si possono avverare, come nei film.

Non tutti possono vantare un campione che ha vinto una tappa al Giro, ma a Villanuova ci si può fregiare di questo lusso!


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