Pane, amore e... forneria
di John Comini

In questi brutti tempi di pandemia, per fortuna ci sono le fornerie, dove puoi acquistare il pane e –se proprio non puoi andarci direttamente - te lo consegnano a domicilio tramite auto o grazie a motociclisti con cesti davanti e dietro



Il pane. Un alimento simbolo della vita. Il profumo del pane è una delle cose più belle. I miei genitori, che ricordavano il pane nero della guerra, mi hanno sempre insegnato a mangiare anche le briciole rimaste sulla tavola. E se magari ingoiavo qualche pietanza, mi dicevano di accompagnarla con un pezzo di pane.

Mi sembra ancora di vedere mio papà che grattugia il pane duro per poi impanare le bistecche, per fare il ripieno o gli gnocchi. Mia mamma mangiava l’anguria e a volte la polenta col pane. Metteva lo zucchero nel vino e ci ‘pucciava’ dentro il pane.

Io spesso accompagno la pastasciutta con il pane, e alla fine “miche zó”: i risultati sulla pancia si vedono! E che buono el “pà stalades” nel caffelatte o nella minestra! Per non parlare del pane con la mortadella o col salame! Ricordo che quando si andava in gita in montagna, ci si fermava a far colazione a Nozza o a prendere il pane fresco a Ponte Caffaro.

Quand’ero bambino, abitando in piazza De Medici ero proprio accanto alla forneria della “Quadra”. Nel cortile interno incontravo il signor Firmo Melgari (che simpaticamente mi chiamava “Giovanni dalle bande nere”) che ha sposato la signora Emilia.

Incrociavo anche il figlio Taddeo, sposato con la signora Cecilia e che ha avuto due maschi e una femmina. Le tre figlie del signor Firmo e sorelle del Taddeo parevan gemelle, me le ricordo molto belle, sempre vestite elegantemente: Rosaria (era insegnante, abitava a Vobarno, morta poco tempo fa), Marcella (moglie del signor Beppe Perini) e Andreina (che abita a Prevalle). Ora fa il pane Massimo, figlio del signor Taddeo.

Sempre nella piazza della Chiesa c’era la panetteria della signora Ines Bettinazzi: non possedeva un proprio forno, ma rivendeva quello sfornato in Piazza Zanardelli, dove lavorava il marito Franco Portesi.

Ora la panetteria non c’è più: dapprima è subentrato il negozio di elettrodomestici di Renato Bresciani, successivamente la bottega del Commercio Equo e solidale ed ora c’è una bella e frequentata gelateria.

A due passi, sotto i portici, c’è il panificio & pasticceria Mazzacani, che è stato inaugurato il 13 dicembre 1959. I Mazzacani vengono da Polpenazze, il capostipite è il signor Bernardino, da tutti chiamato Dino, scomparso nel 2011 a 81 anni e genero del mitico Doro.

L’attività è proseguita grazie al lavoro dei figli e dei familiari: dalla moglie Prudenziana (che tutti conoscono come Marenza), ai figli Enrico, Maria, Guerrino, Isidoro e Angelo. Fin dalle origini la forneria è anche pasticceria: da bambino sognavo di rimanerci dentro tutta la notte e di divorare tutte le paste!

Dietro la Chiesa parrocchiale, nella bella piazza San Bernardino, mi recavo “dalla Lena”, nonna degli amici Massimo e Adriano. L’antica forneria Portesi vanta quasi un secolo di conduzione familiare, con il succedersi di ben quattro generazioni di fornai.  

Il nonno era classe 1899 e aprì la forneria al ritorno dalla guerra, nel 1921. Poi subentrò il padre, quindi i figli ed ora proseguono l’attività i nipoti Federico e Fabio. Da qualche anno è diventata anche una caffetteria, dove Graziella e Anna servono colazioni e aperitivi (con l’aggiunta di una gustosa pizza appena sfornata).

Quando mi sono trasferito nel “grattacielo”, spesso con la sporta andavo a prendere il pane sotto gli artistici portici di Piazza Zanardelli, dove c’era il forno di Erminio e Franco Portesi con annesso il negozio ad uso familiare: c’era la signora Lina, sorella della signora Letizia e mamma di Valerio Vezzoni.

La signora Lina (era del ‘16 ed è andata in Paradiso a 100 anni), era una persona molto precisa e corretta, ed era aiutata dalla cognata Teresa (moglie di Erminio e mamma di Anna ed Angelo). La sera aveva sempre da fare i conti, poiché molta gente negli acquisti si serviva del caratteristico “libretto”.

La nonna Annetta Bertera, mamma di Letizia, era la referente tuttofare, come una chioccia era sempre a disposizione dei quattro figli e dei nipoti. La signora Letizia, figlia di Angelo e di Annetta, ha sempre dato una mano nella gestione della forneria dei genitori.

Un fatto storico molto importante: dopo il bombardamento, quel forno è rimasto l’unico funzionante nel paese. Ora c’è la raffinata Forneria Pasticceria "I Portici" di Silvestri Donatella, con prodotti di qualità disposti in modo elegante sulle scaffalature.

Mia moglie, che abitava in via Quarena, si recava a prendere il pane nella forneria gestita dalle sorelle Zilioli (dette “Molenerine”). Erano anche brave pasticcere e sfornavano ottime brioches con sopra lo zucchero a granuli. Poi nella forneria è subentrato per parecchi anni il signor Pinelli, successivamente il signor Cavagnini Francesco, che poi ha aperto la pasticceria in via Suor Liliana Rivetta con la simpatica signora Lucia ed il figlio Basilio.

Continuando la carrellata delle panetterie, ricordo che in Via Roma, dove ora c’è il Pronto Cucina, c’era la rivendita del pane gestita dalla ‘Lisì’ con il marito Bruno Portesi, che in piazza San Bernardino era addetto al forno. Ora c’è la signora Patrizia del Pronto Cucina, che ha sposato Vincenzo Bertuzzi.

In via Capoborgo c’era la forneria del papà della Barbara Busi, che veniva da Botticino, poi è subentrato il signor Guarinoni, papà dell’Ermanna e della Fabiana.
Alle Fornaci c’era la rivendita del papà del Cesare Cavagnini e degli altri fratelli.

A Sopraponte si può acquistare il pane nella forneria-minimarket Lissana, in via Terni, vicino al ponte sul Vrenda e accanto al Chiese (ah, il Chiese!).

A Bariaga c’era un importante mulino fin dai tempi della Repubblica Veneta.
A Soprazocco c’era il mitico forno di Valento Bettini, padre del dott. Gianluca, che si trovava nei locali attualmente occupati dal bar vicino alla Scuola Primaria. Il pane lo vendeva lì e in un altro negozio di sua proprietà a Piazze, ora chiuso anch’esso.

Si acquista il pane anche nella bottega di Alex Poli e della moglie Carmen Drera (e della bella Anna), che dalla piazza Garibaldi si è trasferito di fianco alla chiesa e all’oratorio. Alex e Carmen svolgono il proprio lavoro con entusiasmo, non solo stanno dietro al bancone, tra formaggi, salumi e articoli per la casa, ma offrono anche un servizio di consegna a domicilio, che è stato essenziale in tempo di lockdown per numerose famiglie e soprattutto per gli anziani.

C’è poi il negozio del Claudio Laffranchi, che a San Biagio ha un negozio storico di alimentari (fondato dal nonno) e vende anche il pane.

Rammento che distribuiscono il pane due forni: “Non solo pane” di Lauro Elisa a Muscoline (forneria e pasticceria) e la forneria Tomasoni Giovan Battista di Vallio.

Mi scuso se ho dimenticato qualche forneria. Sappiamo che l’industria fa concorrenza alle piccole realtà commerciali. Ma le fornerie continuano ad offrirci prodotti genuini, frutto dell’arte della panificazione e di una passione davvero ammirevole.

Da bambino immaginavo di inventare un aereo che lanciasse il pane ai poveri... Ricordo la poesia di Rodari:

“S’io facessi il fornaio
vorrei cuocere un pane
così grande da sfamare
tutta, tutta la gente
che non ha da mangiare.

Un pane più grande del sole,
dorato, profumato
come le viole.

Un pane così
verrebbero a mangiarlo
dall’India e dal Chilì
i poveri, i bambini,
i vecchietti e gli uccellini.

Sarà una data da studiare a memoria:
un giorno senza fame!
Il più bel giorno di tutta la storia!”.


Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo
maestro John

Nelle foto:
- Un’immagine storica del negozio Portesi con la mitica signora “Lena”
- Il Sindaco e gli amministratori di Gavardo festeggiano i gestori del panificio Mazzacani (ringrazio Maria per la foto, tratta da ‘Bresciaoggi’)
- Federico Portesi all’opera
- I simpatici Alex e Carmen

Grazie all’amico Mauro Abastanotti per le preziose informazioni

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