Fra apparenza e verità
di Dru

Il "terrapiattismo" è valido come è valido l'"eliocentrismo". Infatti oggi nella scienza non basta l'apparire di un mondo per rendere la verità del mondo



Per quanto il terrapiattismo appaia come un’ ipotesi assurda, conviene sapere che, da quando la scienza propone le proprie tesi su di un fondamento ipotetico, LEGA QUESTE tesi, al mondo che si manifesta nell’esperimento, in termini probabilistici statistici, e non è più la tesi il contenuto della verità.

Tra eliocentrismo e terrapiattismo non c’è di mezzo una verità incontrovertibile che neghi, in quanto assurda, una ipotesi rispetto all’altra, ma una ripetibilità empirica dell’evento eliocentrico che con una certa costanza e ripetibilità empirica regge una ipotesi invece che l’altra.

Questo non basta per affermare incontrovertibilmente che una teoria sia valida mentre l’altra no. Questo basta per convincerci che in certi esperimenti con identiche condizioni  si ripetano le ipotesi che, verificate in questa specifica esperienza e non falsificate, in altri casi si potrebbero ripetere ma potrebbero benissimo anche essere negate dell’apparire di un mondo diverso, anche piatto.

La scienza moderna non fonda più le proprie tesi su verità incontrovertibili.

La scienza non dice e non può più dire che una sua  tesi è vera, come stupidamente giurerebbe Odifreddi, che non conosce la differenza tra verità e ipotesi, differenza che sposta il baricentro del fondamento della scienza moderna dalle tesi, o teorie, al mondo “in divenire” che non è vincolato  eternamente ad alcuna di queste tesi, ma dice e può dire che temporalmente funziona, cioè che la teoria è funzionale a quel gruppo di esperimenti che, mi ripeto, date certe condizioni reputate identiche, descrive l’intorno del mondo che sta analizzando per quel tratto sperimentale, ma non è affatto assurdo che si presenti, anche in presenza delle stesse condizioni, un esperimento (cioè un mondo)che nega la tesi precedente; tesi che resta, in campo scientifico, sempre ed ovunque falsificabile.

Con questo non voglio dire che il terrapiattismo  dimostra una sua coerenza, voglio mostrare  che tuttavia, in fatto di scienza, se domani mattina ci svegliamo e ci accorgiamo che il mondo è piatto (e già questo non è escluso dalla teoria), non possiamo più chiamare folli i terrapiattisti sulla base delle teorie eliocentriche, come avrebbe fatto ancora Galileo Galilei, che in fatto di scienza ne sapeva ma era rimasto ad Aristotele, e diversamente da Odifreddi che avrebbe potuto studiare Hume INVECE DI FARNETICARE, ma dovremo rimboccarci le maniche e verificare se le prove portate dalla manifestazione di una terra piatta combaciano o meno con quanto l’esperimento, che non è altro che la osservazione della manifestazione dell’osservato, ci riporta.

Dru


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