Covid-19, considerazioni di un sindaco
di Redazione

«Le misure adottate non tengono minimamente conto delle differenti realtà territoriali». È il pensiero del primo cittadino valsabbino in merito alle misure per il contenimento della pandemia. Pubblichiamo volentieri



Gentile direttore,

viviamo in un delicato momento storico e sociale nel quale la pandemia in corso ha messo in evidenza le fragilità di ogni sistema a livello mondiale. Le nostre certezze sono d’un tratto svanite e chi vive quotidianamente il “dietro le quinte” dell’attuale situazione comprende chiaramente l’apprensione che attanaglia chi riveste incarichi di maggior responsabilità. Gli amministratori locali, condividono le continue richieste di attenzione, distanziamento e sanificazione, colgono le difficoltà di emanare misure certe e definitive che possano contrastare efficacemente un nemico subdolo e le sorprese che ci riserverà nei prossimi mesi.

Mi permettano però gli organi superiori di esprimere il mio personale disappunto nel trovarmi nuovamente a constatare che le misure adottate non tengono minimamente conto delle differenti realtà territoriali, mi perdoneranno se affermo che non possiamo pensare che le misure che vengono adottate per la piazza di Napoli, Roma, Milano o Brescia, possano essere un vestito su misura, adatto a realtà territoriali molto più piccole, nelle quali i rischi di assembramento sociale non hanno ragione d’essere.

Chiudere alcune attività site in piccoli comuni significa mandare l’intero sistema economico in default. Le piccole realtà non sono in grado di sopportare, data la limitatezza del loro volume d’affari (non paragonabile a quello di attività site in grandi città) una diminuzione delle entrate giornaliere dovuta alle chiusure imposte. I piccoli comuni dal canto loro, si troveranno a dover fronteggiare un calo delle entrate tributarie conseguente al suddetto calo del giro d’affari da parte dei contribuenti.

Cari governanti, l’assistenzialismo non fa parte della tradizione imprenditoriale dei nostri paesi, non è nel DNA di persone che sono cresciute con la dedizione totale verso il lavoro e la dignità che da questo scaturisce. Le misure attuate portano in una direzione che i nostri piccoli imprenditori non desiderano certo, ovvero quella del fallimento finanziario e sociale.

Ai nostri figli passa un messaggio non in linea con gli insegnamenti dei nostri padri, che attraverso i loro sacrifici hanno grandemente contribuito alla costruzione dell’intera nazione e di tutti i servizi che vengono quotidianamente erogati e garantiti da parte delle istituzioni. Avete fatto passare il messaggio che ai sindaci è demandata la possibilità di calibrare le misure di contenimento del virus in funzione della loro conoscenza diretta e approfondita delle rispettive realtà territoriali, ma nei fatti l’aspettativa di poter governare direttamente il territorio è stata disattesa.

Personalmente sto vivendo le misure di contenimento da voi emanate, come una sorta di bavaglio che impedisce di dare risposte concrete al grido di aiuto di quelle piccole realtà che in fondo al tunnel vedono il fallimento piuttosto che la fine della pandemia. Le sto vivendo con il grande timore che il principale organo di formazione, la scuola, non sia più in grado di assolvere il compito sociale e culturale che le è stato affidato.

Dobbiamo necessariamente puntare al mantenimento delle scuole aperte per consentire agli alunni di oggi di svolgere in futuro il ruolo dirigenziale che li attende e per fare questo è necessario che ogni realtà locale possa attuare le misure di responsabilità che derivano dalla posizione che ho scelto di ricoprire.

Alberto Maestri
Sindaco di Paitone
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