I ponti di Sabbio Chiese
di Alfredo Bonomi

Sicuramente il centro di Sabbio Chiese offre una delle “cartoline” più belle tra quelle esibite dalla Valle Sabbia


L’acqua del Chiese, che accoglie quella della Vrenda proprio nel cuore storico del paese, diventa a tratti leggermente mossa per poi placarsi in uno specchio che sembra un piccolo lago.
Le antiche case quattrocentesche, quasi torri, fan da corona alla rocca che si impone su tutto da una dominante altura.

In questo “quadretto” veramente poetico, un posto notevole lo occupano i due ponti in pietra.
Quello sul Chiese è ad arcata unica, massiccia e di notevoli dimensioni; quello sulla Venda mostra invece le sue tre arcate robuste ed eleganti. Hanno una severa architettura che si fa ammirare ed una solidità che sino ad ora ha retto a tutte le piene.

I ganci in ferro, che legano le pietre nelle posizioni strategiche, così come facevano i Romani, “parlano” di una notevole attenzione costruttiva.
La vicinanza dei due ponti mette ancor più in luce la loro egregia fattura.

Sono il risultato di un impegnativo programma di opere pubbliche messo in atto nel 1800, per sostituire i ponti ancora in legno, non certo adatti al mutare delle esigenze. Furono costruiti fra il 1852 e il 1855.

Pietro Zani nei suoi “Diari” lascia scritto: «30-XII-852. Al ponte nuovo della Vrenda eravi la Deputazione Comunale, degli ingegneri, l’impresario Bonardelli ed altrimolti. Congetturai si facesse il Lando».
Ed ancora: «23.9.53, Belli, Deputato […] dissemi che in meno di due anni si avrà il ponte di pietra anche sul Chiese, che il disegno è già fatto dall’ing. Botturini».

Da questi due ponti, come da altri costruiti in valle nel medesimo periodo  (sul Chiese il ponte di Barghe ed il ponte Re, ancora prima sul Caffaro il ponte Prada) viene anche un preciso insegnamento: l’impegno costruttivo va portato avanti coltivando la riflessione vera e le necessarie capacità tecniche.

Ottobre 2020 Alfredo Bonomi


201029SabbioPonti.jpg