Il Dna conferma: è il cranio di Iuschra
di Cesare Fumana

Le analisi effettuate dall'Istituto di Medicina Legale degli Spedali Civili di Brescia hanno confermato che appartiene alla bambina scomparsa due anni fa sull'Altopiano di Cariadeghe. Si chiude così una triste vicenda che ha segnato l'estate del 2018



Non ci sono più dubbi: il teschio ritrovato lo scorso 4 ottobre nei boschi di Caino è quello di Iuschra Gazi, la bambina bengalese che nell'estate di 2 anni fa scomparve nei boschi dell'Altopiano di Cariadeghe a Serle.

Lo certifica l'analisi del DNA effettuato dal laboratorio dell'Istituto di Medicina Legale degli Spedali Civili di Brescia.

La prova regina delle indagini giudiziarie ha comparato il profilo genetico estratto da un molare del cranio con quelli dei genitori: combacia perfettamente.

Con questa certezza, la Procura della Repubblica ha chiuso il caso.

Ieri i genitori di Iuschra sono stati convocati
in Procura per la comunicazione ufficiale dell'esito delle indagini. È stato già disposto anche il nullaosta per la sepoltura.

Una notizia attesa, ma che non ha mancato di suscitare dolore per la tragica fine di questa bambina.

Questo mette a tacere anche una ridda di ipotesi calunniose circolate dopo la scomparsa della bambina in merito presunti rapimenti e altro.

Nonostante il dispiegamento di forze che nell'estate del 2018 furono messi in campo per le ricerche, di Iurschra non si trovò nessun elemento.

L'ipotesi avanzata allora dai ricercatori al termine delle ricerche, cioè che la ragazzina fosse finita in qualche anfratto impenetrabile del bosco, ha trovato conferma.

A causa del forte temporale che segui del giorno successivo alla scomparsa, il corpo è finito in una zona impenetrabile verso Caino dove le ricerche furono effettuate solo con droni e mezzi aerei.

L'ipotesi, poi, accreditata da parte della Protezione civile della Provincia, che segui le ricerche, è che il corpo sia stato trascinato dagli animali, in particolare cinghiali, fino a finire nel luogo dove è stato ritrovato da parte di un cacciatore di Caino.

Si conclude così una triste vicenda che segnò l'estate del 2018 a Serle e in Valle Sabbia e che ha tenuto banco fino ad ora, quando si è avuta la certezza che i resti ritrovati fra Serle Caino sono quelli della piccola Iuschra.


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