Lo schianto nella nebbia
di val.

Pochi particolari ancora su come l'elicottero di Giorgio Oliva abbia potuto schiantarsi in Valle d'Aosta, sull'area infatti le condizioni meteo proibiscono ogni sopralluogo. Intanto l'imprenditore odolese è definito "grave, ma cosciente": se la caverà



Parla bresciano e valsabbino, la tragedia che ha avuto luogo domenica sulle montagne della Valle d’Aosta.
Nell’elicottero precipitato nella zona di Cervinia, infatti, c’erano due imprenditori odolesi: Giorgio Oliva, 61 anni, vicepresidente della IRO spa (Industrie Odolesi Riunite) e Alfredo Buda, 59enne residente a Castel Mella, che nella stessa azienda lavorava da 14 anni e ricopriva il ruolo di responsabile del sistema di gestione ambientale e del servizio di prevenzione e protezione.

Oliva è sopravvissuto allo schianto ed è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Berna.
Buda purtroppo non ce l’ha fatta ed è morto sul colpo. Troppo gravi le ferite riportate nella caduta.

I due, entrambi appassionati di sci, col desiderio di farsi una sciata in vista della possibile chiusura degli impianti causa Covid, domenica sono partiti alle 7 del mattino ed hanno raggiunto le montagne della Valle d’Aosta con l’elicottero e sono atterrati nella zona di Cervinia.
Per la precisione sono scesi a Laghi Cime Bianche, da dove parte anche la funivia che porta sulla sommità del Plateau Rosa e dove quell’elicottero era già stato visto altre volte.

Nel pomeriggio, dopo aver sciato, Giorgio Oliva e Alfredo Buda si sono riportati all’elicottero e insieme sono decollati per rientrare verso casa prima che facesse buio.
Ai comandi del mezzo aereo, pilota esperto e di lungo corso, c’era Giorgio Oliva. Suo il Robinson R44 da turismo bianco, quattro posti, utilizzato per l’escursione.

Lo tiene in un hangar edificato in un prato vicino alla Olifer, l’azienda siderurgica di famiglia. Oliva è conosciuto per essere un pilota scrupoloso e attento, con diverse ore di pilotaggio alle spalle.
Grande appassionato di sci, disciplina nella quale in passato aveva anche gareggiato ad alti livelli, con quell’elicottero volava spesso sulle nevi del Tonale e dello Stelvio per dare sfogo a questa sua passione anche nella bella stagione.

Cosa sia accaduto e perché il velivolo sia precipitato pochi minuti dopo il decollo, in una zona impervia nel vallone tra il Breithorn ed il valico che unisce la Val d'Ayas a Valtournenche, sarà oggetto di indagine da parte della Procura di Aosta coordinata dal pm Luca Ceccanti.
Un fascicolo è stata aperto anche dall’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo.
Ieri però non è stato possibile raggiungere in sicurezza la zona per effettuare i necessari rilievi.

Si sa che l’incidente è avvenuto intorno alle 16 ed il sistema di sicurezza dell’elicottero ha fatto partire il segnale ELT di allarme, ricevuto poi dal Centro di coordinamento soccorsi di Poggio Renatico, in quel di Ferrara.
E’ stato grazie a quel segnale che, avvicinandosi alla zona, i soccorritori hanno potuto restringere sempre di più l’area delle ricerche.
L’elicottero di “Air Zermatt” che si era alzato in volo notturno per individuare meglio il luogo dello schianto ha dovuto però fare rientro a causa della nebbia.

Sono stati gli uomini del Sav, il  Soccorso alpino valdostano e quelli del Sagf della Guardia di Finanza, ad individuare e a raggiungere da terra i due bresciani quando era mezzanotte e i due erano bloccati all’interno del velivolo ormai da otto ore.
Per Alfredo Buda non c’era più nulla da fare, Giorgio Oliva era cosciente anche se in forte stato di ipotermia e dopo essere stato immobilizzato è stato portato più in alto, dove ha potuto essere recuperato dall’elisoccorso elvetico per il ricovero nella capitale svizzera.

Nelle ore successive, pur ferito gravemente agli arti inferiori, sarebbe riuscito a comunicare con la famiglia.
Tutti a Odolo e in Valle Sabbia sperano che la sua forte tempra atletica possa avere il sopravvento.

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