«Emigranti» di Slawomir Mrozek a Sabbio Chiese
di Davide Vedovelli

Lo spettacolo andrà in scena nel fine settimana con la regia di Chiara Callegari e con Matteo Baronchelli e Filippo Beltrami


È il 1974 quando Slawomir Mrozek, drammaturgo, giornalista e vignettista satirico polacco scrive “Emigranti”, raccontando con umorismo surreale la situazione grottesca di due rifugiati dell’Europa dell’Est che si ritrovano a vivere insieme in un sottoscala di una grande città occidentale.

Due uomini, AA e XX, stranieri e soli, trascorrono la propria esistenza sopravvivendo ad un mondo estraneo e disumano, spiandolo da un tetro scantinato di Beckettiana memoria.  Mentre fuori e sopra le loro teste ci si diverte, si guadagna e tutti sono belli e felici. Un vero paese dei balocchi insomma, almeno a prima vista. Ma la notte di Capodanno, tra coriandoli, brindisi e danze sfrenate, la verità verrà a galla.

Sono passati 45 anni, ma questo testo continua a parlare di noi. Basti pensare a chi lascia la propria terra attratto dal miraggio di denaro e successo facili per poi ritrovarsi a lavorare instancabilmente, rinunciando a diritti, affetti, salute, pur di potersi comprare macchine, vestiti, cellulari, frullatori, televisori… 

Viviamo in una democrazia, godiamo di diritti e privilegi, nessuno di noi si ritiene uno schiavo, eppure, come dichiara AA nel testo:

“La libertà è la possibilità di disporre di se stessi. Ora, invece, c’è sempre qualcuno o qualcosa che dispone di te.
Quando non sono gli uomini, sono le cose.”


XX è schiavo delle cose che desidera, dalla famiglia lontana fino ai beni di consumo ammirati nelle riviste, lavora instancabilmente anche a costo di mettere in pericolo la propria salute, convinto che il denaro sia panacea di ogni male. Lui come noi, vittime del consumismo, schiavi perfetti, obnubilati dalla pubblicità.

Se il desiderio di avere sempre di più ci ingabbia nella migliore delle prigioni, l’altro grande male di cui soffriamo, noi come i personaggi di Mrozek, è la solitudine. Sembra paradossale in un mondo in cui Internet e i Social Network accorciano le distanze, ma la solitudine è la grande malattia dei nostri tempi. AA e XX non hanno niente in comune ma sono disposti a fare e a sopportare qualunque cosa pur di non restare da soli.

Un testo ormai diventato un classico, dalla forte vena comica e a tratti assurda che si è deciso di assecondare anche nella scenografia essenziale: tubi colorati, una lampadina che pende dall’alto e 5 valige da cui usciranno vestiti, ricordi, segreti, per raccontare il sottoscala, l’appartamento - rifugio dei due protagonisti.

Saranno sufficienti l’energia di due giovani attori e pochi elementi scenici che si trasformano per rileggere con freschezza, ritmo e umorismo il capolavoro di Slawomir Mrozek.

Chiara Callegari, regista diplomata alla Civica Paolo Grassi di Milano.
Ha lavorato al fianco di Andrea De Rosa e Valerio Binasco.
Come regista teatrale vince il Premio Petroni – Residenza Idra 2019, Bando Intercettazioni-Claps 2019, Miglior regia al Festival Libero Teatro Sicilia 2019. Finalista al Festival Teatri del Sacro 2019.
Nella stagione 2019/2020 è prodotta dal Teatro Elfo Puccini.
 
Matteo Baronchelli, attore diplomato alla Scuola di Teatro di Bologna “A. Galante Garrone”. Debutta al Teatro Biondo di Palermo nel ruolo di Osvald in “ Spettri”  per la regia di Walter Pagliaro. Lavora con il Teatro degli Incamminati, Franco Branciaroli e  Massimo De Francovich. Quest’estate prenderà parte alla produzione di “Le Nuvole” regia di A. Calenda al Festival del Teatro Antico di Siracusa.

Filippo Beltrami, attore diplomato alla Scuola di Teatro di Bologna “A. Galante Garrone”. Collabora con l’Associazione NoveTeatro ne “La locandiera” e “Il borghese gentiluomo”. Fonda la Compagnia Artentato Teatro di Bologna. Vince il Premio Petroni – Residenza Idra 2019.

Ingresso 10 euro, con prenotazione obbligatori
a al numero 338.1495924 / 0365.85375.

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