Salta l'assemblea della Società Americana
di Aldo Pasquazzo

Causa coronavirus anche il pranzo sociale della Società Americana di Storo, quest'anno, non potrà avere luogo



“A Storo la Società Americana è un'istituzione,
tant'è che la sua costituzione risale a ben 107 anni fa. Contrariamente agli altri anni, a causa del coronavirus, l'annuale rimpatriata di fine ottobre stavolta, però, non si farà”.

Ad annunciarlo con rincrescimento
è Renato Sai, che da otto anni a questa parte è il presidente. Prima di lui (e nono in ordine di tempo) il presidente era stato Bortolo Scalvini.

La fondazione, che ha una sua sede, conta ben 186 tra soci e simpatizzanti e che ha come patrono San Giuseppe - la cui statua viene portata in processione il 19 marzo - è rappresentata in gran parte da famigliari di terza e quarta generazione, ma che si considerano orgogliosi di essersi accodati allo spirito e alle tradizioni di nonni e bisnonni.

Scopo e intendimenti della Società lì ricorda lo stesso Sai. “E' ormai risaputo che l'emigrazione oltreoceano da parte della nostra gente ebbe una'impennata tra il 1903 e il 1913, anche se attorno al 1910, con qualche sudato risparmio, molti di loro tornarono.

A preoccuparsi dei loro destini fu principalmodo l'arciprete don Giacomo Regesburger, che all'epoca istituì la Festa degli Anericani.

Poi nel 1913 quella realtà divenne operativa con l'intendimento di unire coloro che  erano transitati nel centro minerario di Càmbria. Nel tempo alla Società si aggregarono diversi famigliari e anche  attualmente è possibile ritrovare nipoti e pronipoti alla Festa la cui ricorrenza coincide con una Messa solenne e successiva  assemblea”.

Ma su questa realtà anche lo stesso presidente della “Trentini nel Mondo” Alberto Tafner ha qualcosa da dire. “Sono tanti, bravi e organizzati, che si tramandano spirito e volontà dei loro avi ma  che ogni anno danno anche vita ad un loro incontro e mai mancano di partecipare ad ogni evento provinciale”.

Altra testimonianza arriva da Ersilia Ghezzi, che negli ultimi cinque anni da vice e poi assessore aveva la delega in quell'ambito. “Io, che sono nata in Svizzera, vi partecipavo volentieri anche perché mi consideravo a tutti gli effetti una di loro”.

Riguardo a doveri e diritti dei tesserati Sai aggiunge: “Gli immatricolati versano una quota annuale. In paese da una decina d'anni a questa parte possiamo essere orgogliosi di avere un Monumento all'emigrante ed inoltre di disporre di una Crus (croce) a Proes e una bandiera a stelle e strisce, vessillo della Società. Non da ultimo, di essere presenti con una nutrita delegazione ad ogni Festa Provinciale dell'Emigrazione”.

Nelle foto:
- I delegati della Società Americana
- La processione per San Giuseppe




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