Poste aperte part-time, sale la protesta
di c.f.

Proseguono in molti paesi le aperture a giorni alterni degli uffici postale, come a Idro dove l'amministrazione comunale si è fatta interprete dei disagi della popolazione


Dopo mesi dalla fine del lockdown, che aveva reso necessaria una rimodulazione temporanea dei servizi degli uffici di Poste Italiane, compresa la chiusura di molti punti, ad oggi persistono notevoli criticità e disservizi, soprattutto nei piccoli comuni, per le mancate o parziali riaperture.

È singolare infatti che una misura, presa per tutelare lavoratori e cittadini in piena emergenza pandemica, non sia stata, ancora oggi, aggiornata nella modalità di erogazione dei servizi.

È del tutto evidente, infatti, che l'apertura a giorni alterni crei inevitabili code e inopportuni assembramenti. Tutte situazioni che non solo mettono a rischio la salute delle persone, ma che incidono profondamente sull'organizzazione della vita stessa dei cittadini e delle imprese.

Come ad esempio a Idro, un Comune di quasi 2000 abitanti che si ritrova ancora l’ufficio postale aperto un giorno sì e uno no, con gente costretta a stare in attesa del proprio turno all’aperto.

Anche in vista dell’inverno, il sindaco Aldo Armani si è fatto portavoce del disagio e del malcontento dei suoi cittadini, interpellando più volte i responsabili di zona di Poste Italiane.

Va poi aggiunto che la nuova sede, aperta lo scorso mese di febbraio, avrebbe gli spazi idonei, nel rispetto delle misure di sicurezza, perché fossero almeno due gli sportelli funzionanti. Invece continua ad esserne operativo solo uno.

Sul tema interviene anche il consigliere regionale valsabbino del Pd, Gian Antonio Girelli: «Per scongiurare occasioni di pericolo sanitario per la cittadinanza e per tentare un graduale ritorno alla normalità, chiedo quindi che al più presto si torni a garantire a tempo pieno il servizio essenziale gestito da Poste Italiane.

Soprattutto mi aspetto garanzie sul futuro perché non vorrei che, approfittando di questa situazione emergenziale, si prefigurasse una messa a sistema di un funzionamento part time che rischia di penalizzare fortemente la vita dei piccoli centri urbani.

Credo che garantire la stessa qualità dei servizi alle piccole città come alle grandi città sia un preciso dovere da parte di Poste Italiane che, indipendentemente dalle evoluzioni societarie, rimane un gestore di servizi di pubblica utilità».
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