Variante Vestone-Idro, respinto il ricorso del raggruppamento di imprese
di Redazione

Il Tar ha giudicato legittima la decisione del Broletto di revocare l'appalto da 55 milioni alla Cmc dopo che la società ha ottenuto il concordato preventivo


Altro intoppo superato nel travagliato iter del progetto della variante Vestone-Idro.

Il Tar ha respinto il ricorso della Cmc contro la decisione della Provincia di far decadere l'aggiudicazione dell'appalto inizialmente affidato al raggruppamento di imprese di cui faceva parte.

La misura era scattata ad aprile in quanto, secondo il Broletto, la società aveva perso i requisiti di partecipazione avendo avviato una procedura di concordato preventivo. Una circostanza che stando al Broletto e ora anche ai giudici ha fatto venire meno uno degli obblighi imposti ai candidati al bando.

«Il pronunciamento del Tar apre ora la possibilità di aggiudicare la gara al secondo concorrente, consentendo così la prosecuzione dell'intervento», osserva il presidente della Provincia Samuele Alghisi.

L'iter insomma riparte, al netto di eventuali impugnazioni della sentenza del Tar davanti al Consiglio di Stato. Il raggruppamento formato da Cooperativa Muratori&Cementisti, Cmc Società Cooperativa di Ravenna e Giudici Spa si era aggiudicato nel 2016 la gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione della variante alla provincia 237 del Caffaro.

A marzo 2020 era scattata la fase della progettazione esecutiva che avrebbe dovuto portare alla costruzione dell'arteria. Ma dall'esame della documentazione è emerso che la Cmc non aveva rispettato il requisito che imponeva di «non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione coatta o concordato preventivo».

Contrariamente a quanto sostenuto dal raggruppamento di imprese, «l'ammissione al concordato è avvenuta prima dell'approvazione del progetto definitivo, con la conseguenza che l'aggiudicazione del 2016 non è mai divenuta efficace prima che fosse accertata la perdita dei requisiti della Cmc», affermano i giudici.

Questo potrebbe accorciare il cronoprogramma, che dopo una serie di ostacoli burocratici e la revisione dell'accordo tra le province di Trento e Brescia, aveva fissato come data di apertura dei cantieri la primavera del 2023.

Dalla Provincia ritengno che sia plausibile avviare l'opera un anno prima, consapevole di quanto il collegamento sia strategico per snellire i tempi di percorrenza da e verso il lago d'Idro.
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