Le proposte dei sindaci, le critiche dei cittadini
di Cesare Fumana

Si è tenuta lunedì sera un’assemblea pubblica convocata dei sindaci dei paesi rivieraschi per illustrare la bozza di accordo di programma che i comuni stanno per sottoscrivere con la Regione Lombardia in merito al lago d'Idro.

Una sala del polivalente di Idro piena come non mai questo lunedì sera, con tanta gente in piedi, perché la serata era da non perdere per gli abitanti dei paesi che si affacciano sull’Eridio.

Era convocata, infatti, un’assemblea pubblica da parte dei sindaci dei paesi lacustri per illustrare la bozza di accordo di programma che i comuni stanno per sottoscrivere con la Regione Lombardia.

All’incontro sono interventi anche tre funzionari regionali che stanno seguendo la pratica, a cui la sindaca di Idro, Augusta Salvaterra, ha chiesto di illustrare l’accordo di programma.

Ha preso la parola per primo il dott. Paolo Baccolo che ha innanzitutto presentato il percorso intrapreso dopo l’ultimo incontro pubblico del febbraio scorso, tenuto da altri funzionari della regione, fra cui il dott. Tiscar, che aveva portato a una situazione di stallo.

La Regione ha quindi chiesto ai comuni rivieraschi di avanzare loro delle proposte sulle varie tematiche relative alla messa in sicurezza, sulla valorizzazione ambientale e turistica, e sul soggetto concessionario, cioè i vari temi che fanno parte dell’accordo di programma.

In particolare l’accordo prevede la costruzione della famosa (o per alcuni famigerata) terza galleria, ma con la chiusura della galleria degli agricoltori, per cui da terza diventerebbe la seconda galleria esistente. Nel contempo si dovrà realizzare anche una nuova traversa che regoli non solo la portata ordinaria, ma anche quella straordinaria, in modo tale che la galleria sarebbe aperta solo per ragioni di protezione civile, cioè se si verificasse la caduta della paleofrana a valle che ostruisse il naturale deflusso del Chiese. Ma il punto 3 dell’accordo prevede anche l’apertura per necessità della Nazione, ovvero motivi di sostentamento, vale a dire usi agricoli. È stato poi il prof. Maione del Politecnico di Milano, tecnico incaricato dei comuni, ad illustrare un po’ più nel dettaglio le opere che secondo lui devono essere fatte per ragioni di sicurezza e di regolamentazione del flusso in uscita, a cominciare dalla galleria necessaria per il deflusso in caso di emergenza, più una nuova traversa con dei sistemi di monitoraggio. «La galleria – ha specificato il professore – non si sostituisce comunque ai lavori di messa in sicurezza della frana».

È intervenuto poi il sindaco di Bagolino che ha sottolineato come l’accordo si basi sulla regola dei livelli stabilita lo scorso anno, intervenendo anche presso la provincia autonoma di Trento per ricevere più acqua qualora dovesse servire a valle; preveda un intervento sulla qualità delle acque e una serie di finanziamenti ai comuni come forma di risarcimento per i danni subiti finora, più un ruolo paritario dei comuni stessi nell’ente gestore delle acque. Il piano finanziario delle opere sarà completamente finanziato dalla Regione con 31,8 milioni di euro, a cui si aggiungeranno altri 10 milioni e 250mila euro per i progetti dei singoli comuni, di cui un milione destinato alla Rocca d’Anfo.

A questo punto sono cominciati gli interventi del pubblico, con l’avvocato Mellaia in rappresentanza del coordinamento delle Pro loco, che ha subito messo in guardia dal fatto che la terza galleria sia effettivamente uno scolmatore e non una presa d’acqua per gli usi agricoli a valle.

Il rappresentante di Legambiente ha puntato il dito sulla mancata realizzazione in questi anni dei collettori, che hanno reso il lago non più balneabile, mentre la rappresentante dell’associazione “Amici della Terra lago d’Idro e Valle Sabbia†si è detta stupefatta per il cambiamento di rotta dei sindaci, in particolare di quello di Idro e Bagolino che avevano sottoscritto la petizione popolare, firmata anche da 8.423 persone dal lago ma non solo, al primo punto del quale vi era un no secco alla terza galleria. Inoltre ha voluto chiedere una precisazione relativa all’articolo 3 dell’accordo che prevede l’apertura della galleria anche per ragioni di necessità della Nazione, ovvero per gli usi agricoli.

Fra il pubblico si sono levate spesso voci contrarie e non sono mancati momenti di tensione. C’è chi non vede di buon occhio questa accelerazione da parte dei sindaci, considerata una svendita del lago alla Regione, e chi mette in dubbio che la regola rimanga sempre la stessa e teme che una volta fatta la condotta (un buco del lavandino - ha detto un intervenuto - che rende il lago d’Idro non più una lago naturale regolato come quello di Garda e d’Iseo, ma una diga), se ne faccia un uso diverso da quello previsto dall’accordo di programma.

In particolare le domande che sono state poste agli amministratori sono: perché adesso sì alla terza galleria? A quale livello sarà posto l’imbocco? La regola dei livelli rimarrà sempre questa o potrà subire variazioni? E di progetti alternativi?

È intervenuto anche l’ex consigliere regionale di Rifondazione Mirko Lombardi che ha posto l’attenzione sull’inquinamento delle acque e infine il consigliere regionale Vanni Lagasacchi, membro fra l’altro della commissione ambiente in Regione, che si è proposto di fare da tramite tra gli amministratori locali e la regione per dipanare certi sospetti sollevati dai cittadini e dalle associazioni ambientaliste in merito al protocollo d’intesa che si sta delineando.

Da una parte ci sono i sindaci che spingono per trovare una soluzione dopo tanti anni di immobilismo, dall’altra i cittadini che nutrono i soliti sospetti in merito all’utilizzo delle acque del lago. Questo è il quadro che è emerso dall’incontro di lunedì. I prossimi passi ci diranno se saranno queste le soluzioni definitive che saranno adottate.

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