«Un documento per riportare indietro le lancette di cent'anni»
di Ubaldo Vallini

Così bollano le associazioni ambientaliste impegnate nella salvaguardia dell'Eridio la lettera che 40 Comuni della pianura hanno indirizzato alla Regione per l'utilizzo delle acque del lago



«Il documento sottoscritto dai 40 Comuni di alta e media pianura lombarda? Lo conosciamo da tempo e abbiamo già formulato ufficialmente alla fine del gennaio scorso le nostre considerazioni».

Così Gianluca Bordiga, portavoce del “Tavolo delle Associazioni che amano il Fiume Chiese e il suo Lago d’Idro”, ente particolarmente attivo nel portale anche a livelli istituzionali la questione della salvaguardia delle acque dell’Eridio e del fiume Chiese, oggi diventato “federazione” per la volontà di darsi forma giuridica e non escludere azioni legali.

«A noi pare una proposta scritta dal Consorzio Medio Chiese per riportare indietro le lancette dell’orologio di cent’anni –aggiunge Bordiga-. Addirittura in quel documento si prevede che il livello del lago possa ancora oscillare per più di tre metri, più ancora di quanto prevede la regola attuale, nonostante in virtù di un accordo prefettizio dal 2007 l’escursione non abbia mai superato il metro e 30.

Insomma: vorrebbero continuare a considerare il lago valsabbino come un serbatoio da riempire e svuotare a piacimento e ad esclusivo vantaggio dell’agricoltura. Agricoltura che invece non vuol saperne di modernizzare i propri metodi irrigui, come invece imporrebbero i tempi attuali in cui la risorsa acqua comincia a scarseggiare e in cui si passa dalla siccità prolungata a fenomeni atmosferici di grande violenza. Per non dire del fatto che si insiste con coltivazioni particolarmente idrovore, come il mais per alimentare animali o centrali a biomassa».

Bordiga per altro assicura che almeno 15 di quei 40 Comuni ancora non abbiano sottoscritto quel documento, avendone considerate alcune criticità.

Da qualche mese la vicenda è anche sul tavolo dei Comuni rivieraschi, che rispetto a quelli della Bassa hanno un’opinione ben diversa sul significato di “salvaguardia del lago”.

La novità è che ne stanno parlando tutti insieme, nella ricerca di una linea comune per Idro, Anfo, Bagolino e Baitoni: una unità d’intenti che negli ultimi anni era andata persa, relegando di fatto l’opposizione dei territori rivieraschi alla marginalità.

Dal lago fin da subito arriva un monito a quei Comuni bassaioli, fra i 40, che hanno sottoscritto il documento: «Attenzione perché in questo modo state danneggiando i Comuni rivieraschi del lago d’Idro, potreste doverne rispondere».


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