L'abbraccio dei faggi al santuario di Rio Secco
di Alfredo Bonomi

Sull’antica strada di collegamento ad alta quota tra Treviso Bresciano e Capovalle o, meglio ancora, tra la Bassa Valle Sabbia, attraverso la Degagna e il passo del Cavallino della Fobbia, e Capovalle e la Val Vestino, sorge il santuario della Madonna di Rio Secco


Leggende e fede si coniugano quando si incontra un santuario mariano ed è così anche in questo caso. La Madonna di Rio Secco è considerata la patrona dei boscaioli e dei carbonai proprio perché è invocata nel folto del bosco.

Il santuario, per chi viene dal passo del Cavallino, appare all’improvviso, proprio abbracciato da un bosco indubbiamente bello perché selvaggio, poetico perché denso di colori, invitante al raccoglimento spirituale perché carico di silenzio.
C’è un abbraccio tra il tempio della fede e gli splendidi faggi che, dal limitato spazio di fronte alla facciata, tendono verso l’architettura le loro intricate e delicate ramificazioni.

E’ giusto un ombrello protettivo?
E’ una compagnia che simbolicamente richiama l’uomo ai valori della natura?
Certamente non è solo una “cartolina”, robusta, e nel medesimo tempo sfumata, ma è pure la proposta di un raccordo di pensiero e di cuore.

A ben osservare sembra proprio che questi faggi siano di fidata guardia alla morbida “Deposizione” affrescata sulla facciata della chiesetta dal prolifico pittore Giuseppe Mazzari (Gardone V.T, 7 giugno 1887 . Brescia, 7 settembre 1978) dopo il 1912.

Ottobre 2020 – Alfredo Bonomi







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