Amici scrittori
di Maestro John

Gavardo è da sempre una fucina di scrittori. Sono così numerosi che per citarli tutti ci vorrebbe un libro intero. Alcuni ho avuto la fortuna di conoscerli personalmente...


...Come Enrico Giustacchini, compagno di tanti spettacoli con il Teatro Poetico Gavardo, che sta avendo un enorme successo con la saga del giudice Albertano.
Enrico l’ho conosciuto fin da bambino, quando mi recavo nella casa dei genitori (il caro papà Domenico, eccelso pittore e splendida persona, e la dolce mamma Silvana), per incontrare il mio grande amico Deni.

Enrico, nato a Gavardo nel 1958, è sempre stato un entusiasta lettore, come la mamma, che ancora oggi “divora” libri sul tablet. Prediligeva i libri gialli (Conan Doyle, Chesterton e Agatha Christie) ed è sempre stato amante di giochi enigmistici, ideando rebus per le riviste specializzate.
Con il Teatro Poetico Gavardo abbiamo rappresentato centinaia di spettacoli, anche fuori provincia, dall’Avaro alla Corte dei Comici, dal Malato immaginario al Soldato Spaccone.

È dotato di una verve incredibile a livello umoristico
, e quando ci vediamo ripetiamo il motto di noi teatranti: “Poetic Theater semper et ovunques!”. 
Enrico (che chiamo Henry) si è sposato con la bella Germana Baldo, che gli ha regalato tre figli: Francesco, Filippo e Federico.
Come il fratello Gian Antonio, autore di memorabili canzoni, Enrico è bravo a suonare la chitarra, ama Guccini e suona con il gruppo di pastorelle “Fà i pastur”, con mio nipote Avanzi Gianpietro, Averoldi Umberto, il dottor Ferretti Carlo, Grumi Luigi, Martini Maurizio, Podavini Marcello, Polvara Antonio, Salvini Antonello ed il presidente Avis Arturo Tebaldini.

Enrico è stato a lungo vicedirettore di Stile arte, realizzando interviste a figure di spicco dell’arte internazionale.
Ha realizzato con il fotografo Basilio Rodella il volume “Valsabbia”, ha collaborato alla pagina culturale di Oggi e del Corriere della Sera. Interessante il romanzo La settimana dello stupore, un viaggio dentro la memoria, che trasfigura la realtà ed il sogno nell’arco di sette giorni, scanditi sui ritmi di una filastrocca antica.

Dopo il successo del libro "Il giudice Albertano e il caso della fanciulla che sembrava in croce" (Liberedizioni), ha creato una saga di ‘gialli’ medioevali imperniata su Albertano da Brescia, magistrato, diplomatico e pregevole letterato.
Comandò la difesa di Gavardo durante la lotta contro l’imperatore Federico II, e fu predicatore ispirandosi al nascente movimento francescano.

Dei libri di Henry apprezzo lo stile raffinato,
la cura delle parole e la certosina ricostruzione storica.
Delitti feroci ed inesplicabili, un medioevo misterioso, fascino dell’intrigo, colpi di scena continui: cosa si vuole di più?
Ecco perché nascono club di “Albertaniani” con centinaia di iscritti.

Henry ha detto: «Al mattino scrivo per il Giornale di Brescia, perché prima il dovere; mentre al pomeriggio mi occupo di Albertano».
Il fratello Deni ha creato fantastici capilettera e illustrazioni originali che arricchiscono il già prezioso libro.
Ora Enrico è giunto alla settima avventura per il serial-detective, “Il giudice Albertano e il caso del suonatore nella notte”.

Caro Henry, anch’io sono arrivato al settimo spettacolo della signora Maria, con l’amica Paola Rizzi.
È una bella lotta, eh?! Complimentoni! E forza Brescia!

Editore dei libri di Enrico è Marcello Zane, che con ‘Liberedizioni’ pubblica libri di saggistica, narrativa e poesia, affiancato dalla vulcanica Rosalba Albano.
Marcello è apprezzato autore di libri di vari generi, soprattutto storici. Quando gli chiedo cosa stia scrivendo, di solito mi nomina almeno tre titoli diversi sui temi più svariati. Invidio il suo archivio, fonte inesauribile di dati, ricordi, ricerche.

Non c’è argomento storico che Marcello non abbia approfondito nei mille libri: i gavardesi nei lager nazisti, il sindaco bresciano Bruno Boni (con Paolo Corsini), la battaglia di Bolina, il bombardamento di Gavardo, l’emigrazione da Vallio all’Argentina, le splendide immagini del fotografo Negri, il fiume e la fabbrica, e chi più ne ha più ne metta.
Con il Teatro Gavardo abbiamo presentato il librone “I giorni del Gattopardo” ricco di date e personaggi gavardesi.
Emozionante “Il dono”, mezzo secolo dell’Avis Gavardese nella testimonianza dell’indimenticabile Renato Paganelli.

Marcello, che è stato studioso di informatica a Pisa, ama ricercare negli archivi le tracce del passato, è affascinato dai segni reconditi della memoria, dalle piccole storie che formano la grande storia umana. Come quel tappeto di manzoniana memoria, che sul retro è apparentemente sfilacciato e confuso, ma girato mostra tutto il suo incanto.

Anche il mio grande amico Mauro Abastanotti ha Marcello come editore.
Ha iniziato con il clamoroso successo del libro “A chi dimanda di me”, lettere e diari di soldati valsabbini e gardesani alla Grande Guerra, da cui ho tratto “La guerra negli occhi”, interpretato magistralmente in un centinaio di repliche da Andrea Giustacchini.

Ha poi scrittoIl garibaldino nella foto”, Dov'è Nikolajewka? Il sacrificio dei soldati italiani nella neve di Russia 1941-1943” e “Del mio lungo silenzio”, dai quali il Teatro Gavardo ha ricavato molti spettacoli (sempre recitati da Deni e con le musiche dell’amico Luca Lombardi).

Il papà di Mauro, il mitico Antonio, una delle persone migliori che conosco, ha scritto “La Cassapanca della Adele” ed “Il ciliegio proibito”, storie, personaggi, fatti e retroscena del Novecento gavardese.
Sono stati illustrati dalla brava nipote Chiara, che ha realizzato anche le immagini de “Il colore della pioggia”, storie a fumetti sulla strage di Piazza della Loggia (con testi di Chiara Onger), “La Shoah spiegata ai bambini” e “Lea Garofalo, una madre contro la ‘ndrangheta” scritto da Ilaria Ferramosca.

Ma anche mamma Beatrice
, che ha sempre collaborato agli scritti del marito dandogli preziosi consigli, ha curato “Quattro quaderni segreti”, la raccolta dei diari di prigionia del generale degli alpini Giuseppe Giacobinelli.
E pure lo zio Gabriele è autore del libro “La mia Polonia”. Una famiglia di scrittori!

Venerdì scorso presso il Parco Baronchelli, davanti ad un folto pubblico, Aldo Amici ha parlato di “Storie dimenticate (Ricordi della Campagna greco-albanese)”.
Presentato da Maria Paola Pasini e da Sergio Bresciani, rappresentante di zona degli Alpini, Aldo ha tratteggiato (con grande simpatia e commossa partecipazione) la storia di sei gavardesi, amici d’infanzia, costretti dal regime fascista a partire per la guerra.

Sono il padre di Aldo, Guglielmo Federico Amici (detto “Rico”), Luigi Bresciani (“Poldo”), Pierino Bresciani (detto “Churchill” perché molto somigliante al Primo Ministro inglese ), Giuseppe Crescini (“Marcolèt”), Vincenzo Bertera e Vincenzo Tebaldini.
Gli inseparabili amici trascorrono una giovinezza spensierata, tra ‘öna fèta de polenta ùta’ e memorabili bevute (confondendo poi, al chiaro di luna, il Naviglio con una strada bianca…).

Quando ‘Rico’ viene chiamato alle armi, la sorella Margerita manda via per ben due volte il messo comunale che deve consegnare la cartolina di precetto al ‘signor Guglielmo’ (nome a lei sconosciuto).
Scoprirà poi che Guglielmo altro non è che il vero nome di ‘Rico’: persino la mamma se ne era dimenticata!

I sei amici si ritrovano arruolati nel battaglione Valchiese della Divisione alpina Tridentina.
Trovandosi tutti nella stessa caserma, immaginatevi le loro bravate: durante i campi di addestramento, si procurano polli e conigli di ignota provenienza…
Vengono inviati sul fronte greco-albanese, dove incontrano un altro gavardese, il capitano Bortolo Piccini.
Durante la tragica battaglia di Chiaf e Sofiut, muore Vincenzo Tebaldini e il suo corpo non verrà mai ritrovato. Rico perde un piede per lo scoppio di una bomba, Poldo perde l’occhio sinistro, il capitano Piccini è colpito al fianco.
A portare in salvo i tre feriti saranno proprio gli amici Vincenzo Bertera e Marcolèt.

Finita la guerra e fatto ritorno al paese,
i cinque compagni saranno ancor più uniti di prima, e la loro amicizia rimarrà intatta per sempre.
Una storia degna di un film! Una storia che mi ha commosso, anche perché pensavo a mio papà, anche lui classe 1913, anche lui in Albania e in Grecia. Aldo ha donato i libri agli alpini gavardesi (ricordando con commozione il caro amico Gigi Bendotti): le offerte ricavate andranno alla scuola Nikolajewka di Brescia.

Anche Aldo, come Enrico, fa parte di un gruppo che suona la pastorella, “I Pastorelli dei Tre Cornelli” di cui ha scritto la storia in un libro ricco di aneddoti. Molti i pastorelli che si sono avvicendati: Emiliano Alborali, Sergio ed il caro Silvano Baronchelli, Ceserino Bresciani, Alfredo Chiodi, Mirco Comini, Angiolino Goffi, il dottor Giusy Lazzarini, Angelo Leni, Ivano, Mario e Massimo Maioli, Bruno Massolini, Livio Pelizzari, Leonardo Perazzolo, Mario Polvara ed il mitico don Cesare, Fabrizio Soncina, Antenore Taraborelli, il caro Gianfranco Tedoldi, Gino Toffolo ed il grande alpino Borboni Fiorenzo (autista del furgone, essendo l’unico astemio…).

La prossima volta racconterò di altri amici scrittori, di altri autori di Gavardo e dintorni.
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo,

maestro John

Nelle foto:
1) Gruppo dell’Oratorio anni 70-80, Marcello ed Enrico accanto a Luciano Vitton Mea, ora sacerdote (seduta a destra Germana, futura sposa di Henry)
2) Enrico canta con la chitarra la canzone “Don Chisciotte e Sancio Pancia”
3) Gabriele Abastanotti con i nipoti Aldo (in braccio) e Mauro
4) Aldo Amici (al centro) in Alto Adige, nel 1972 (foto dell’amico Giovanni Lavo)

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