I comitati ambientalisti: «Non ci arrendiamo»
di Federica Ciampone

La notizia del via libera del ministro Costa alla realizzazione del maxi depuratore ha suscitato rabbia e grande delusione tra le associazioni, senza per questo spegnere la loro combattività. Il commento del Comitato Gaia e del Tavolo delle Associazioni


Delusi, arrabbiati e senza alcuna intenzione di gettare la spugna, i Comitati ambientalisti annunciano manifestazioni ancora più eclatanti e azioni legali a seguito del via libera del ministro Costa alla realizzazione del doppio depuratore del Garda a Gavardo e Montichiari.

La delusione deriva anche dalla mancata considerazione dell'ingente lavoro di documentazione svolto dalle associazioni a sostegno del proprio “no” al progetto, lavoro che avrebbe reso evidente nero su bianco la totale assenza di logica economica e/o ambientale della realizzazione di un maxi depuratore e la conseguente penalizzazione del fiume Chiese, senza risolvere comunque i problemi del lago di Garda.

“È difficile controbattere a chi ti dice che hai ragione, però fa un'altra scelta – commenta amareggiato il Comitato Gaia di Gavardo. - Nessuno, nessuno ha saputo dirci che questo è il progetto migliore per il lago di Garda. Anzi, hanno girato la frittata: ora è il miglior progetto per il fiume Chiese!

Abbiamo ragione, ma quando ti senti dire che per salvare il fiume Chiese (ma non si doveva salvare il lago di Garda?) servono dei mega depuratori che tratterranno tanti reflui del Garda come mai prodotti lungo tutto il fiume Chiese ti chiedi se sei su Candid Camera o se fanno sul serio.
Il problema è che fanno sul serio”.

Profondamente avvilite anche le diciassette sigle del “Tavolo delle Associazioni che amano il Fiume Chiese e il Lago d'Idro”, federazione presieduta da Gianluca Bordiga. “Quaranta sindaci dell'asta del Chiese e dei territori limitrofi non sono bastati a far ragionare con rispetto di questo corso fluviale il Ministero dell'Ambiente e il suo Tavolo Tecnico, che ha preso la decisione di portare avanti l'ipotesi progettuale di trasferire nel Chiese la depurazione dei Comuni della sponda bresciana del Garda – scrivono in una nota. “Ci opporremo, meglio se insieme alle Istituzioni, con ogni azione legale possibile”.


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