L'amaro sfogo del sindaco di Muscoline
di Redazione

Così Giovanni Alessandro Benedetti: «Risposta non accettabile. Quando si parla di ambiente e soldi pubblici non si può restare indifferenti, per questo la faccenda non può ritenersi chiusa»


Anche il sindaco di Muscoline, Giovanni Alessandro Benedetti, ha commentato l'esito del Tavolo tecnico, al quale ha partecipato.

Lo ha fatto postando alcune considerazioni sulla pagina Facebook del Comune:

«Al termine di una lunga ed importante riunione, un partecipante, di norma, potrebbe sentirsi un po’ confuso per la miriade di informazioni condivise. Ma esistono le eccezioni e una di queste è rappresentata dal tavolo tecnico voluto dal Ministero dell’Ambiente che ieri mattina si è riunito online. Dopo tre ore di discussione, 𝐧𝐨𝐢 𝐬𝐢𝐧𝐝𝐚𝐜𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐡𝐢𝐞𝐬𝐞 𝐞 𝐢 𝐫𝐞𝐥𝐚𝐭𝐢𝐯𝐢 𝐭𝐞𝐜𝐧𝐢𝐜𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐯𝐮𝐭𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐬𝐭𝐚 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐚𝐥 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐬𝐯𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐦𝐞𝐬𝐢.

Chi avrebbe dovuto valutare le analisi da noi presentate non ha nemmeno provato a farci comprendere come tutte quelle contraddizioni e incongruenze evidenziate nel progetto dei Depuratori di Gavardo e Montichiari potessero essere superate. Non ci sono state esposte soluzioni, ci è stato solo detto che il depuratore risolverà le criticità ambientali del Chiese.

In poche parole, 𝐬𝐞 𝐢𝐥 𝐂𝐡𝐢𝐞𝐬𝐞 𝐨𝐫𝐚 𝐞̀ 𝐦𝐚𝐥𝐚𝐭𝐢𝐜𝐜𝐢𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐜’𝐞̀ 𝐦𝐞𝐝𝐢𝐜𝐢𝐧𝐚 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐭𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐩𝐮𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞.
Come spiegare ai cittadini questa cosa non ci è stato detto, le nostre comunità sono a conoscenza delle problematiche ambientali legate al Chiese, così come sono consapevoli degli innumerevoli disagi che un tale progetto porterebbe nei dieci anni di realizzazione.

Senza risposte motivate, ancora una volta si assiste ad una politica lontana non solo dal territorio, non solo dagli enti locali, mananche dai cittadini.

Ci dovranno pensare i legali ad ottenere spiegazioni? Nel frattempo, altri sindaci si stanno schierando dalla nostra parte. Questi progetti riguardano tutto il territorio bresciano e non solo. Del resto, quando si parla di ambiente e soldi pubblici non si può restare indifferenti, per questo la faccenda non può ritenersi chiusa».
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