«Non ci fermeremo qui»
di red.

La decisione ministeriale di proseguire l’iter per la realizzazione lungo il Chiese dei due depuratori ha deluso i sindaci del Chiese, che non escludono azioni legali


«Non escludiamo alcun passo, a cominciare dalla promozione di azioni legali. Al nostro fianco ci sono quaranta sindaci, i comitati ambientalisti e soprattutto la nostra gente».
Così Davide Comaglio, sindaco a Gavardo, a conclusione del tavolo tecnico di ieri, come riporta il Giornale di Brescia.

La sua posizione è condivisa dai colleghi che con lui hanno partecipato alla conferenza, Marco Togni di Montichiari e Giovanni Alessandro Benedetti di Muscoline.

«Si è trattato di un incontro molto deludente. Le nostre osservazioni sull’inidoneità del Chiese a fungere da recettore sono rimaste inascoltate – aggiunge - Maddalena Mattei Gentili, intervenuta in rappresentanza del Ministero dell’ambiente, pur riconoscendo che il fiume lamenta varie criticità, ha affermato sostanzialmente che nulla osta alla realizzazione del depuratore secondo il progetto di Acque Bresciane».

A proposito delle criticità, «il funzionario - riferisce Comaglio- ci ha dato merito di averne segnalato l’esistenza, assicurando l’impegno del Ministero a porvi rimedio. Non ci è stato chiarito però in che modo ciò avverrà, e soprattutto non è stata data risposta alle nostre obiezioni nei confronti di un progetto giudicato tecnicamente corretto, ma che proprio così ben fatto, secondo noi, non dev’essere, se ha ignorato le problematiche che affliggono il fiume e il suo bacino. Quel che è certo - conclude il sindaco di Gavardo - è che non intendiamo accettare supinamente scelte così assurde. L’iter non durerà meno di due-tre anni. La battaglia è appena cominciata».

Il primo atto, come ha suggerito il sindaco di Montichiari «Potrebbe essere la convocazione dei sindaci di Ato con l’obiettivo di chiedere, con una mozione, l’impegno a valutare scenari alternativi che non prevedano l’utilizzo del fiume Chiese».

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