Valledrane, natura e ricordi
di Alfredo Bonomi

Valledrane è un luogo carico di significati e di natura coinvolgente


Non lontano da Treviso Bresciano, in momenti diversi, ha contribuito all’inizio del ‘900, e per parecchi anni, alla promozione turistica del paese.

Lo sguardo da Valledrane spazia lontano
, sul lago d’Idro, sul basso Trentino, sulla Valle Sabbia, sulle balze di Treviso, dove le delicate atmosfere dei colori della natura richiamano piacevoli soggiorni fatti di buona cucina, di allegre compagnie, di misurati divertimenti e di pace dello spirito.

Qui, quasi nascoste dalla tipica vegetazione della montagna non ancora troppo alta e non più collina, albergano i ricordi della Grande Guerra e quelli della cura della salute, vista in un un’ottica di vera prevenzione, in tempi per noi lontani, ma certo non poveri di opere benefiche e di intelligenti iniziative.

Il nome richiama l’epopea della Grande Guerra.
Nel piano di difesa del fronte orientale del Regno d’Italia, si decise di adottare un nuovo tipo di fortificazioni, che possiamo definire più moderne.
Così si pensò alla Valle Sabbia, direttamente in comunicazione con la Val Giudicaria.

Il presidio più importante di questo sbarramento fu concepito proprio su questa altura e costruito fra il 1906 ed il 1912. La batteria fortificata era imponente, lunga 129 metri e larga 35.
Ora è sostanzialmente un cumulo di rovine, cariche però di poesia e di messaggi di sofferenza e di tenacia.

Poco lontani dal forte, annegati nel verde, gli immobili di quella che fu all’inizio la “Colonia Alpina di Valledrane”, aperta nel 1930 ed intestata a Benito Mussolini, raccontano un’altra storia.
Le colonie istituite a partire dal 1884 per bambini particolarmente ammalati, vennero poi aperte a tutti i fanciulli genericamente bisognosi di sole e di aria, elementi non certo mancanti i quel di Treviso Bresciano.

Ma la colonia di Valledrane assunse una particolare importanza
.
Posizionata a 800 metri sul livello del mare, fu un punto importante per la visione di una sanità preventiva per i più giovani. Nella struttura per molti anni si coniugarono solide competenze mediche ed una notevole sensibilità umana, un binomio che dovrebbe essere ancora alla base dei programmi sanitari.

La struttura era così ben organizzata che ancora negli anni ’70 del secolo scorso ospitava anche la scuola elementare per i fanciulli, bisognosi, oltre che dell’aria buona, del sapere.

Alfredo Bonomi

.in foto: il forte; il "sanatorio"; la colonia "Benito Mussolini".

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