Buone nuove dalla Irene Rubini Falck
di red.

Dall'equipe sanitaria: «Tutto ciò che sta avvenendo non sta assolutamente avendo ripercussione alcuna sul fine ultimo del nostro operato, ovvero il benessere dei nostri nonni»


In considerazione degli ultimi fatti avvenuti in Fondazione Falck, è arrivata l’ora che anche la parte sanitaria esprima un’opinione in merito a quanto sta succedendo in struttura soprattutto in un momento delicato come questo che, a causa dell’emergenza Covid, non permette ai parenti di entrare in struttura e di vedere con i loro occhi che la situazione sanitaria è completamente INVARIATA.

Quello che ci preme sottolineare infatti è che tutto ciò che sta avvenendo non sta assolutamente avendo ripercussione alcuna sul fine ultimo del nostro operato, ovvero il benessere dei nostri nonni.
Questi ultimi episodi correlati a commenti e pensieri poco positivi sono lontani da quanto noi facciamo quotidianamente ossia lavorare, curare e assistere i nostri ospiti.

Abbiamo vissuto una fase, come tutte le altre strutture, molto difficile e problematica non solo per i nostri ospiti ma anche per noi stessi.
L’emergenza Covid ha messo a dura prova la nostra organizzazione, il nostro personale ed il nostro aspetto umano.

Combattere il virus era davvero “come combattere contro i mulini a vento”, ci sentivamo impotenti di fronte ad un’infezione che stava facendo soffrire i nostri nonni e ce li stava portando via.
Motivo per il quale abbiamo preso la decisione di creare una zona rossa con del personale addestrato e formato che vivesse in Fondazione giorno e notte per una decina di giorni.

È stato un momento duro ma l’appoggio del CDA ha permesso che non mancassero i Dispositivi di Protezione Individuale e che potessimo fronteggiare al meglio questa situazione emergenziale, anche con un premio economico a chi si è sacrificato rimanendo all’interno della Fondazione.
Alcuni di noi (fortunatamente pochi) si sono ammalati ma con forza e determinazione, prova dell’amore per il nostro lavoro, hanno affrontato cure e isolamento rientrando al lavoro con la stessa positività e coraggio con le quali è stata affrontata l’emergenza iniziale.

La nostra unione, professionalità, il continuo confronto fra figure della nostra équipe, il nostro essere gruppo e la nostra continua dedizione sono stati i punti di forza per uscire dal periodo Covid con conseguenze fortunatamente non disastrose e fallimentari.
I nostri pochi ospiti deceduti durante il periodo Covid rimarranno nel cuore delle famiglie ma, credeteci, anche impressi nei nostri cuori.

L’emozione provata e l’amore che diamo ai nostri nonni è un amore e affetto familiare perché comprendiamo che l’assenza dei parenti purtroppo sia una problematica pesante per loro e per le famiglie; motivo per il quale abbiamo tenuto sempre attivo il servizio di videochiamate e ora anche gli incontri con i parenti, rispettando meticolosamente le regole imposte giustamente dalle delibere regionali.

Continuiamo a svolgere il nostro lavoro con professionalità e dedizione, con momenti di confronto che a volte possono essere problematici ma questo come in tutte le realtà.
Il nostro personale del servizio dei Minialloggi punta a creare un ambiente familiare e scherzoso ove gli ospiti, pur mantenendo il distanziamento sociale, possano conversare, raccontarsi e convivere fra di loro; il personale di RSA punta ad una qualità assistenziale e di cura dell’ospite creando un ambiente sereno e tranquillo ed il personale delle Cure Intermedie mira ad intervenire sull’ospite dimesso dall’ospedale che necessita di recupero funzionale e di stabilizzazione clinico-assistenziale.

Medici, infermieri, fisioterapisti, animatori, ASA
e tutto il personale che opera in Fondazione lavora per gli ospiti ed i fatti avvenuti ultimamente non hanno alcuna conseguenza su di loro.
Ci rammarica sapere che anche i volontari sono preoccupati per la qualità del servizio poiché c’è sempre stata piena collaborazione, stima e fiducia anche se purtroppo, causa emergenza Covid, non possono accedere in struttura da marzo.

Chiediamo anche di non dare adito a voci inutili che non aiutano la vera mission della Falck; attualmente nessuno si è licenziato volontariamente, l’équipe infermieristica è invariata (tranne un’infermiera storica che ha vinto un concorso pubblico e con la quale i rapporti sono ottimi e due operatrici assenti per maternità) ed i licenziamenti fatti da parte del CDA riguardano situazioni delicate nelle quali non entriamo in merito.

I rapporti con il CDA sono ad oggi sereni, le richieste fatte hanno sempre avuto un riscontro positivo e costruttivo e nel momento emergenziale Covid abbiamo sempre avuto un supporto reale sia economico che psicologico.

Con la speranza di aver descritto al meglio la vera realtà in Fondazione, ovvero quella che riguarda il benessere e la salute dei nostri ospiti, ci auguriamo che per tutto il resto si possa trovare una via per un clima di fiducia ed equilibrio preziosi per il buon lavoro di tutti.

L’équipe sanitaria della Fondazione Falck di Vobarno


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