«A macchia di barolo»
di val.

Nuova distribuzione dei fondi per i Comuni di confine, quella mediata a Brescia, che premia anche i Comuni “di seconda fascia”


L’analogia della “macchia di barolo” era stata coniata da Marco Scalvini, primo promotore del Fondo per i Comuni confinanti con le Regioni autonome quando era sindaco a Bagolino.

«Se ti cade del vino su una tovaglia – diceva -, la macchia al centro rimane più scura e man mano che si dilata sbiadisce. Così dev’essere anche per mitigare la vicinanza coi paesi più ricchi delle Regioni autonome».

E così è stato. L’accordo siglato nelle scorse ore, infatti, prevede che gli undici Comuni bresciani confinanti, che sono Bagolino, Idro, Breno, Ceto, Cevo, Ponte di Legno, Saviore, Limone, Magasa, Tremosine e Valvestino, si dividano ogni anno per i prossimi cinque anni 5 milioni e 500 mila euro.

Non solo, laddove la “macchia” si fa meno intensa, ovvero nei 25 Comuni contigui, che sono Anfo, Lavenone, Capovalle, Collio, Treviso Bresciano, Berzo Demo, Bienno, Braone, Capo di Ponte, Cedegolo, Cerveno, Cimbergo, Cividate Camuno, Edolo, Losine, Malegno, Niardo, Ono San Pietro, Sonico, Temù, Vezza, Vione, Tignale e Gargnano, ogni anno di fondi ne arrivino 8 milioni e 150 mila.

Le linee guida di questo accordo sono state illustrate dal referente del Comitato paritetico, il parlamentare Roger De Menech, al termine dell'incontro con i sindaci ed i rappresentanti delle Comunità montane avvenuto l’altro giorno in città.

Mentre il mezzo milione di euro verrà erogato ogni anno direttamente a ciascuno degli 11 Comuni confinanti, ai 24 paesi di seconda fascia serviranno per realizzare “progetti strategici di area vasta”.

«La speranza è che nascano progetti pilota sperimentali su area omogenea, che escano dai confini e che vadano a beneficio di tutti, a prescindere dal Comune di appartenenza» ha detto De Menech.

In tutto, in cinque anni, in provincia di Brescia arriveranno oltre 68 milioni di euro.

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