Un vasetto in affitto
di Ezio Gamberini

Usciamo dal lavoro e raggiungiamo il centro salodiano per acquistare l’ultimo romanzo di Camilleri: “Riccardino”…


... Grazia conserva gelosamente, su uno scaffale della libreria, gli altri ventisette romanzi con protagonista il commissario Montalbano; sono i suoi!

Parcheggiamo al “Civico”, l’unico parcheggio in zona con il Telepass.
Che comodità: non devi neppure abbassare il finestrino per prendere lo scontrino, sia all’entrata, sia all’uscita; l’affarino grigio e giallo appiccicato al vetro ti conferisce un’onnipotenza straordinaria. Ti sembra di essere un condottiero: “Alzati, sbarra, e fammi passare!”.

Con queste diavolerie, comprese le carte di credito, ti sembra di non spendere mai! Ti accorgi soltanto il quindici del mese dopo, quando il totale delle spese è addebitato sul tuo conto corrente.

Dopo aver visitato la libreria, passeggiamo sulla via centrale e guardiamo le vetrine; a me piace soffermarmi davanti a due, in particolare: l’antica salumeria Girardi, che ha riaperto dopo mesi e offre ai suoi clienti strepitose leccornie, pregiatissimi salumi, vini e liquori, dolci di ogni tipo… e poi il colorificio Belli, con le sue elegantissime vetrine stracolme di articoli e utensili per la casa.

Entriamo, abbiamo bisogno di un vasetto per il peperoncino, che si è rotto l’altro giorno.
Ce ne fanno vedere un paio, che non vanno bene, e poi un terzo, bel grande, con il coperchio in metallo e la misura dei buchi perfetta: è il nostro. Paghiamo sei euro e cinquanta centesimi, e ce ne torniamo a casa.

Grazia apre un armadietto in cucina
per riporre il vasetto, sposta una scatola di sale grosso, un vaso di zucchero e…come per magia, scorgiamo un vasetto, vuoto e inutilizzato, lì chissà da quanto tempo, identico (“priciso ‘ntifico”, direbbe Montalbano) a quello che abbiamo appena comprato!

“Piacere, pirla number one”,
“Piacere, pirla number two”, ci scambiamo affettuosamente i complimenti Grazia ed io.
Lascio al gentile lettore l’incombenza di assegnare a uno dei due la palma del vincitore…

Ma poi, ripensandoci, forse non tutto il male viene per nuocere: nel compiere quest’operazione, abbiamo favorito l’aumento del PIL!

Insomma
, se i sessanta milioni d’italiani, un giorno ogni mese, comprassero un non indispensabile vasetto, alla fine dell’anno il PIL crescerebbe di quasi cinque miliardi di euro, pari all’incirca allo zero virgola tre per cento dell’intero Prodotto Interno Lordo!

Chissà cosa succederebbe poi se, invece di pagare una miseria un chilogrammo di pomodori, riconoscessimo un equo prezzo che, scontata un’equanime rendita al commerciante, remuneri adeguatamente chi lo produce, affinché lo stesso possa pagare il giusto salario ai dipendenti che lo raccolgono, e così siano versati i legittimi contributi agli istituti di previdenza sociale e le dovute imposte all’erario…

Un vasetto è anche il protagonista di un’altra storia.

Sabato scorso, con Grazia, abbiamo trascorso in montagna una bellissima giornata insieme ai miei cognati e agli amici N. e consorte che in quei giorni stavano soggiornando nella splendida località alpina.
La passeggiata di un paio d’ore tra i boschi è stata gradevolissima, così come sostare estasiati ai piedi della grande cascata, gonfia d’acqua come non mai; ma posso assicurare che non è stato meno piacevole restare qualche ora seduti a tavola, gustando le prelibatezze del luogo.

Mamma mia quanto abbiamo riso!
Grazia ed io abbiamo potuto assistere al racconto della passeggiata che loro quattro hanno fatto il giorno prima, con l’intento di raccogliere le fragole nel bosco:

“Come faccio senza vasetti, dove le metto le fragoline?”, ha esclamato il mio amico N., quando, dopo un bel po’ di cammino, si erano già addentrati tra la boscaglia.

Mio cognato
, che nello zaino ne aveva più di uno, ha risposto prontamente:

Tel ‘fite me, a sinquanta sentesem al dé”, ricevendo come risposta una montagna d’insulti!

Ho interrotto la narrazione e sono intervenuto, prendendo le difese del mio congiunto:

Eh, dai, non ti ha neanche chiesto il dieci per cento del raccolto…”.
Operazioni comunque che, nel loro piccolo, contribuiscono a incrementare il PIL!
Però anch’io, a questo punto, sono stato ricoperto d’ingiurie.

Vista la gran cagnara, e il polverone sollevato, mio cognato aveva alla fine deciso di fargli una donazione; per finire, niente cinquanta centesimi al giorno per l’affitto del vasetto.

Insomma, come i camici della Regione…

Grazia ed io consumiamo numerosi vasetti di miele ogni anno, uno squisito nettare denominato “La Valletta”, prodotto da un amico di nostro figlio, e abbiamo l’abitudine di custodire i vasetti, che vengono sempre buoni, e possono servire a qualcuno, come a mio cognato, il quale, infatti, ci chiede di conservarli per farglieli poi avere.

“D’accordo, te li diamo… ma in affitto, dieci centesimi l’uno!”.

Dopo il “Covid-19”, mi sembra il minimo per far tornare a crescere il PIL.

Ezio Gamberini

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