Ancora da chiarire
di val.

L’intenzione è quella di andare fino in fondo e di chiarire ogni aspetto di ciò che è successo alla Geiger di Agnosine, dove ad andare a fuoco sarebbe stato del solfato d’alluminio


«Esiste oppure no un sistema antincendio in grado di avvisare in tempo reale della presenza di fumi o di incendio in quel capannone? Mi sembrerebbe il minimo dato che là dentro non producono certo cioccolatini».
Così il sindaco Giorgio Bontempi, presente ieri insieme al tecnico comunale, all’ispezione del giorno negli ambienti gestiti da Geiger, dove vengono trattati rifiuti di ogni genere, anche pericolosi.

Con loro il nuovo direttore di Arpa Fabio Cambielli
coi suoi tecnici, il comandante Bardini della stazione carabinieri di Sabbio Chiese, quello dei Forestali Scatamacchia, Vallini della Locale.
L’intenzione della task force ambientale voluta dal prefetto Attilio Visconti è quella di andare fino in fondo.

«Ancora dobbiamo capire com’è che le telecamere a circuito chiuso hanno documentato la fuoriuscita di fumo dal tetto dell’azienda già alle 6:40, quando l’allarme è stato dato da semplici cittadini dopo le 8 e lo stesso personale dell’azienda sia arrivato poco prima delle 9 - dice Bontempi -. Ci dicono che si è trattato di un incendio da poco e questo lo vedremo, ma se così non fosse stato? Se per quelle due ore, prima che intervenisse qualcuno, gli abitanti della zona avessero invece dovuto respirare la combustione di rifiuti tossici?».

Domande inquietanti, quelle del sindaco, che si fanno tutti quanti fra Agnosine, Bione, Preseglie e Odolo, i paesi che si affacciano su quel “catino” denominato Conca d’Oro per il grano che un tempo veniva coltivato a perdita d’occhio, ma che sta scoprendo un po’ alla volta tutte le fragilità ambientali tipiche dello sfruttamento intensivo e spesso selvaggio del territorio a fini produttivi.

«Non c’è dubbio che in una provincia come la nostra ditte di recupero e smaltimento rifiuti sono essenziali, ma devono lavorare nel rispetto delle regole, della salute e dell’ambiente» aggiunge ancora Bontempi.

E’ una convivenza difficile quella con Geiger Italia, gruppo tedesco che ha rilevato lo stabilimento della Vallesabbia Servizi, che di problemi ne aveva già dati in passato. 
Le lavorazioni che vengono effettuate in quello stabilimento, a detta di molti, sarebbero anche la causa di odori molesti che in certe occasioni si sentono anche a chilometri di distanza e che esasperano i cittadini.

L’azienda ha sempre rifiutato ogni addebito e dimostrato, in occasione di alcuni controlli effettuati dalle autorità preposte, l’ultimo quello dell’Arpa lo scorso  giugno, di avere le carte in regola.
Nei mesi scorsi addirittura la Provincia aveva fatto sospendere l’attività, la Geiger aveva fatto ricorso al Tar ed ottenuto di poter riaprire.

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