Il suo piede sinistro
di Luca Rota

C’è un bellissimo film di Jim Sheridan, “Il mio piede sinistro”, incentrato sulla vita del pittore Christy Brown, che col solo ausilio del piede sinistro dipinse opere sublimi



Noi invece parleremo di un altro piede sinistro, appartenuto ad un talento assoluto del calcio di provincia, mai esploso definitivamente, ma che ha fatto cose altrettanto eccellenti.

Con quel piede Franco Brienza ha fatto veramente di tutto: segnato, fatto segnare e deliziato sui calci da fermo. Tra gli stadi che l’hanno visto protagonista, un posto privilegiato ce l’ha di certo il “Renzo Barbera”, dove ha attraversato massima serie e cadetteria vestendo rosanero.

Mezzapunta o seconda punta all’occorrenza, brevilineo dotato di grande tecnica e visione di gioco, un moderno regista d’attacco con licenza di offendere.

L’esordio in A lo fa nel Perugia, quando le sue primavere sono già venticinque, poi indossa anche l’azzurro (in amichevole) nel suo secondo periodo palermitano, e prosegue per la provincia italiana spostandosi da Reggio Calabria a Siena, passando per Bergamo, Cesena, Bologna e concludendo a Bari, ormai quarantenne, dopo aver contribuito a riportare i galletti in C dopo il fallimento.

Un talento che mai ha abbandonato la provincia calcistica italiana, nonostante le numerose occasioni, forse perché in alcuni casi non conta dove giochi e quali competizioni affronti, ma ciò che lasci nel cuore di tifosi ed appassionati.

Ancora oggi, da dirigente, opera nel ramo dirigenziale barese, lì dove ha appeso gli scarpini al chiodo. Perché non esiste prezzo che possa quantificare la libertà d’espressione, che sia calcistica, intellettuale o artistica; e Franco Brienza questo lo sa.
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