Agnosine
di val.

Colpito forse più di altri paesi valsabbini, Agnosine ha saputo organizzarsi al meglio per superare la crisi sanitaria che ha lasciato molte croci sul campo, troppe



Ad oggi quello di Agnosine è da considerare un territorio “Covid-Free” ed è un sollievo, anche se si quanto possa essere temporaneo. Ma la paura, soprattutto a marzo e ad aprile, quando la pandemia si è sviluppata nella sua massima virulenza, da queste parti è stata vissuta più che altrove.

Fra i Comuni valsabbini della Conca d’Oro, infatti, Agnosine è quello che ha registrato il maggior numero di casi di infezione e di decessi: una trentina i casi ufficiali e ben otto le persone strappate alla vita dal virus, anche di età relativamente giovane.

«E’ stato tremendo e ci sono stati momenti di alta tensione: è venuto fuori il meglio e il peggio di tutti quanti – ricorda oggi il sindaco Giorgio Bontempi -. Quasi ogni giorno venivamo a sapere di nostri compaesani che finivano in ospedale, alcuni in condizioni gravissime.
Per fortuna il paese intero ha saputo reagire subito e nel modo migliore».

Agli uomini della Protezione civile
che si sono messi subito a disposizione, ricorda il sindaco, si è affiancato senza remore il personale del municipio: «Così facendo siamo riusciti in modo veloce ad attivare il servizio di consegna della spesa e dei medicinali a domicilio: per chi era costretto alla quarantena, ma anche per gli anziani o per coloro che ne facevano richiesta – aggiunge Bontempi -. Siamo fortunati che il paese è piccolo e che ci si conosce tutti quanti, così siamo riusciti a raggiungere anche quelle persone sole e in oggettiva difficoltà, che però erano comunque restie a chiedere aiuto».

Ogni sera c’era il “servizio whatsapp” da parte del sindaco che informava in merito all’evoluzione dell’epidemia e che non mancava di raggiungere telefonicamente le persone che si trovavano con maggiori difficoltà.

In questo modo, garantendo il distanziamento sociale,
pur essendo fra i paesi più colpiti dal virus, Agnosine è riuscito ad uscirne tutto sommato alla svelta.
A dare una mano i negozi del paese, anche loro organizzatisi alla svelta per garantire la spesa a domicilio.

Non solo.
Ad Agnosine bisogna infatti segnalare anche il caso della Simapac, azienda del comparso tessile di Stefania e Fabio Mora, che a tempo di record ha convertito la produzione mettendosi a sfornare mascherine a più non posso prima ancora che arrivassero quelle distribuite dalla Protezione civile: «Ne abbiamo distribuite alcune migliaia, anche di quelle colorate per bimbi – ricorda Giorgio Bontempi -. Le prime 400 ci sono state regalate, le altre le abbiamo acquistate a prezzo di favore».

Nella fase successiva non sono mancate le agevolazioni: «La Tari per tutti è stata spostata a settembre e novembre. A settembre anche l’Imu, ma non siamo riusciti a fare altrettanto per i capannoni, per mancanza di competenze. Agli esercizi commerciali che hanno dovuto sopportare la chiusura forzata abbiamo scontato 3 mesi di tassa rifiuti e un mese per tutte le altre aziende».

E Adesso? «Tutti temono più la crisi economica e che quella sanitaria – afferma Bontempi, che di mestiere fa il commercialista -. Per quel che ne so io il lavoro dalle nostre parti c’è e se ci saranno dei problemi sarà per le difficoltà di accesso al credito che ancora permangono». 

.in foto: il municipio; il sindaco Bontempi.


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