Dopo il lockdown spiccano il volo i servizi online!
di red.

Il lockdown ci ha costretti a stare in casa, ma questa reclusione forzata ci ha permesso anche di scoprire che la rete può diventare una risorsa importante sia sul fronte dello svago sia per offrire servizi di pubblica utilità.


È stata sdoganata l’idea che alcune attività avessero valenza solo se svolte di persona. A riprova di ciò abbiamo dati abbastanza evidenti: il boom di e-commerce e di servizi digitali che in molti casi hanno facilitato la vita delle persone. Molte aziende hanno potuto appurare che in smart working il lavoro è stato più efficace. Pertanto, anche per abbattere costi di gestione degli uffici, hanno deciso di continuare a lavorare in questa modalità anche dopo il lockdown. 

In Valsabbia anche l’Ufficio Passaporti rimane attivo, operando solo su appuntamento online, e così in molti altri casi la prenotazione in rete evita file e garantisce una maggiore organizzazione anche a chi effettua il lavoro.
Anche le università e i centri di formazione privati hanno continuato ad erogare corsi online.
La formazione a distanza ha permesso, infatti, alle persone di portare avanti il proprio percorso di apprendimento senza ritardi.

Un discorso a parte lo merita l’ambito della consulenza, che si è notevolmente sviluppato abbracciando più settori.
Consulenze fiscali, giuridiche, di marketing e informatiche si sono rivelate importanti anche a distanza per accompagnarci nella risoluzione di un problema.

Senza considerare che in un periodo dove l’attenzione sulla salute e il benessere psicofisico è stata così alta, la possibilità di consultare un medico online ha avuto un peso notevole.

In particolare si è rivelata utile perché non era possibile recarsi in ospedale, ma anche oggi si fanno i conti con i vantaggi di questo tipo di consulenza. Un consulto che non implica lo spostamento fisico, la velocità di risposta e la possibilità di avere a disposizione un professionista qualificato sono tutti punti di forza validi anche ora.

In generale, tutto ciò ci ha consentito di mettere da parte le nostre reticenze sui servizi erogati a distanza, ma ci ha messo anche nelle condizioni di acquisire maggiore dimestichezza con la rete.
Sappiamo, infatti, che l’Italia non tra i Paesi più digitalizzati dell’Europa, ma di certo questo può essere considerato un primo passo rivolto in quella direzione.


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