Politicus
di Sal Paradise

I termini nel corso dei secoli cambiano i loro significati originari, assumendone a volte alcuni diametralmente opposti a quelli di partenza


Politicus in latino significa “cittadino”, in quanto appartenente alla polis. Essere un politico quindi nei tempi antichi, era cosa importante, costruttiva e intrisa di enorme significato.
Oggi con lo stesso termine intendiamo coloro i quali vanno ad occupare cariche decisionali, luoghi di potere, amministrazioni e quant’altro riguardi le Cosa Pubblica.

Oggi non sarebbe affatto sbagliato affermare di non avere amministratori, ma politici.

L’amministratore gestisce la Cosa Pubblica e prova a proiettarla nel futuro, facendo scelte il più possibile ponderate, spesso anche impopolari, ma volte al miglioramento della stessa.
Esso può amministrare bene o male.

Il politico campa di slogan, promesse, arringhe ad hoc, comizi, proclami e quanto più blando e falso possa esistere.
Esso va alla ricerca di consensi, che tradotti in voti gli consentiranno di gestire la Cosa Pubblica, sfruttando i climi societari e puntando alla pancia degli elettori.

Per essere un buon amministratore, bisogna avere buonsenso, intelligenza, lungimiranza, competenza e diverse altre doti necessarie a garantire un buon governo.

Per essere un buon politico, basta munirsi di uno staff atto a gestire sia l’immagine pubblica che la comunicazione (soprattutto social), nel dubbio buttarla quasi sempre in caciara, dire tutto per non dire niente, evitare di rispondere alle domande dando sempre la colpa agli altri, etichettare come nemici o invidiosi gli oppositori e cosa importantissima, mai fare autocritica…

…poi se ridotti al lumicino, lasciare che a difenderci siano delle ciliegie e non dei validi contenuti (presunti o tali). 

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