La Corte Costituzionale «boccia» la Regione
Un giorno dopo il via libera della Regione al progetto di legge sul piano di prelievo in deroga, la Corte Costituzionale ha «bocciato» la legge quadro che l’anno scorso aveva istituzionalizzato l’abbattimento di peppole, fringuelli e storni.

Un giorno dopo il via libera della commissione IV della Regione al progetto di legge sul piano di prelievo in deroga, la Corte Costituzionale ha «bocciato» e di fatto cancellato la legge quadro, sempre della Regione (la numero 2 del 2007), che l’anno scorso aveva istituzionalizzato l’abbattimento di peppole, fringuelli e storni aggirando le direttive europee. Una dichiarazione di incostituzionalità fatta sulla base di un principio cardine: la legislazione in campo ambientale spetta solo allo Stato.
La cancellazione risale a ieri, con il deposito della sentenza numero 250 che ha accolto l’impugnazione della norma varata dal Pirellone fatta nell’aprile 2007 dal governo Prodi: l’esecutivo aveva giudicato il provvedimento regionale in contrasto con l’articolo 9 della direttiva comunitaria 409 del ’79 e con l’articolo 117, primo e secondo comma, lettera S, della Costituzione: quello appunto che assegna al solo Stato il compito di legiferare in materia di tutela dell’ambiente.
Nella sentenza della Consulta si evidenzia che «l’autorizzazione del prelievo in deroga con legge preclude l’esercizio del potere di annullamento da parte del presidente del Consiglio dei ministri dei provvedimenti derogatori delle regioni in contrasto con la direttiva comunitaria 79/409 e con la legge nazionale 157 del 1992; potere di annullamento finalizzato a garantire una uniforme e adeguata protezione della fauna selvatica su tutto il territorio nazionale. Pertanto, va accolto il ricorso del presidente del Consiglio dei ministri e dichiarata l’illegittimità costituzionale della previsione legislativa regionale».
Come dicevamo, proprio giovedì aveva fatto un passo avanti il nuovo «piano di prelievo» per la prossima stagione venatoria; «ma dopo la decisione della Corte, la Lombardia non potrà emanare leggi sul prelievo in deroga di fringuello, peppola e storno - sottolinea Graziella Zavalloni, delegata regionale della Lega abolizione caccia -. Ricordiamo anche che il Tar Lombardia ha accolto con tre sentenze altrettanti ricorsi della Lac contro le delibere lombarde, e che la Regione è stata condannata al pagamento delle spese processuali: vuol dire che ancora una volta abbiamo tutti pagato per i danni causati dai cacciatori e dai loro amici politici».

da Bresciaoggi

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